
I fedeli di Mortora, una frazione di Piano di Sorrento, domenica hanno assistito a una messa diversa dal solito, soprattutto per la casula indossata da don Rito Maresca. Il parroco, infatti, ha indossato un abito verde, bianco e nero con bavero rosso a forma di punta, che non solo richiamava ma simulava in tutto e per tutto la bandiera della Palestina. Un gesto che ha scatenato polemiche da parte di chi sostiene che abbia portato la politica in chiesa, utilizzando a tale scopo anche un abito sacro. A favore del prete, invece, tra gli altri si è schierata anche l'Anpi.
"Dobbiamo schierarci. Per difendere la vita e per difendere chi non può difendersi", ha dichiarato il parroco. Mai fino a ora, nella storia recente dei conflitti che purtroppo imprversano, e hanno imperversato, in tutto il mondo. Non si sono viste, fino a ora, talari con la bandiera ucraina, oppure ai tempi con quella di uno qualsiasi dei Paesi balcanici. Non si sono viste talari, per il momento, che richiamino i massacri di cristiani compiuti in vari Paesi del mondo, dall'Africa all'Oriente. E non si sono visti perché solitamente i parroci non sono manifestanti ma uomini di Dio, che usano la parola per dialogare e spiegare. "Forse è una Messa sporca, una Messa non ortodossa, non opportuna secondo alcuni. Ma quando mai Gesù è stato opportuno nel Vangelo?", ha detto ancora don Rito nella sua omelia, lanciando anche una velata accusa: "Qualcuno mi ha detto: ‘Presto andrai via da qui perché ti faranno vescovo’. Tranquilli. Con oggi ho scelto di non fare carriera. Ma sono contento. Perché sono libero".
L'Anpi di Limbiate è scesa in campo a favore del prete, aggiungendo che "in un’Italia dove si confonde il silenzio con la diplomazia, oggi per difendere la pace, la giustizia, la vita, non serve essere eroi. Basta avere il coraggio di non voltarsi dall’altra parte. Anche dentro una chiesa".
Di diverso avviso molti critici del prete, i quali parlano di "strumentalizzazione politica" ma non solo, perché tra i tanti commenti c'è anche chi mette l'accento sul fatto che il problema "non è la 'scelta politica' che ognuno è libero di fare ma la dissacrazione della Liturgia e dei paramenti sacri". Nella stessa comunità in tanti si sono lamentati per questa intrusione così forte della politica in una celebrazione religiosa.