
(Dal nostro inviato a Passo Fedaia - Canazei) Il drone, impercettibile all’orecchio, taglia il cielo sopra la diga. Si muove veloce e sinuoso. Riprende il suolo sottostante per poi inviare le immagini all’operatore che lo pilota. Più in basso, a terra, gli uomini del 185esimo Rao si muovono verso la diga di Fedaia insieme a unità di fanteria, cavalleria, artiglieria e genio della Brigata Alpina "Julia" e elicotteri dell'Esercito. . È l’inizio dell’esercitazione “Stella Alpina”, che ha lo scopo di testare le nuove tecnologie dell’Esercito. Perché la guerra contemporanea ha tratti di ieri (i carri armati) e dell’altro ieri (le trincee). Ma anche, e soprattutto, di oggi e di domani: i droni e gli attacchi cyber. In un contesto come questo, dove la tecnologia la fa da padrone (basta infatti un pugno di hacker ben addestrati per mandare in crisi sistemi interi) è fondamentale ripartire da quest’ultimo punto. Non a caso, il capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale Carmine Masiello, presente all’esercitazione, ha detto: “La tecnologia è il collante della cooperazione fra moderne unità di combattimento – ovviamente in un’ottica interforze e multidominio – per il conseguimento degli obiettivi militari attraverso, a parità di altri fattori, una superiore capacità di ingaggio e di difese”.
La tecnologia, insieme ai valori e all’addestramento, rappresenta uno dei pilastri dell’esercito. Tant’è che, negli ultimi anni, si è molto puntato sul Nono reggimento Sicurezza “Rombo”, comandato dal colonnello Pierpaolo Caligari che, a margine di “Stella Alpina”, spiega al Giornale: “Questa esercitazione rappresenta l’opportunità di testare le nuove tecnologie che sta introducendo l’Esercito. Si tratta di sensori come droni operanti nella terza dimensione. Droni terrestri e droni acquatici integrati, anche con sistemi d’arma, da un sistema di controllo del campo di battaglia che assicura la perfetta sincronizzazione degli assetti”.
Ed è proprio il “Rombo”, durante l’esercitazione, a creare una bolla tattica multi-dominio (ovvero una serie di misure di protezione cibernetica ed elettromagnetica per salvaguardare le unità, i sistemi e le connessioni tra di essi e conseguire la superiorità cyber e di gestione dello spettro elettromagnetico) che rappresenta una novità importante e fondamentale per il nostro Esercito, come ha ricordato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo al termine di “Stella alpina”: “In pochissimi mesi avete fatto passi da gigante. Alcune delle attività che abbiamo visto oggi, fino a poco tempo fa, non esistevano. Non potevamo nemmeno parlare di ’bolla tattica’ cioè la capacità di difenderci nello spettro elettromagnetico, e ora possiamo farlo. Oggi avete dimostrato capacità che ci mettono ai primi posti nel mondo, e questo è stato possibile grazie al lavoro congiunto tra l’Esercito e le aziende italiane.
È infatti cruciale avere catene di approvvigionamento interne e affidabili. Questo ci dà un'autonomia strategica che è essenziale per il nostro futuro”. Del resto, le tensioni internazionali e le guerre, in Europa e in Medio Oriente, impongono tempi stretti. Che l’Esercito sta mantenendo.
Abbiamo ottimi soldati,ma senza una robusta tecnologia a loro protezione, sarebbero solo carne da macello.
Detto da mio nipote,capitano incursore della Folgore,ferito in Afghanistan, che queste cose le vive dall' interno.
Salud
Abbiamo ottimi soldati,ma senza una robusta tecnologia a loro protezione, sarebbero solo carne da macello.
Detto da mio nipote,capitano incursore della Folgore,ferito in Afghanistan, che queste cose le vive dall' interno.
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