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Emilia-Romagna, nuovo allarme: il fango diventa cemento

In l'Emilia-Romagna è corsa contro il tempo per evitare che la melma diventi cemento

Emilia-Romagna, nuovo allarme: il fango diventa cemento

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Nonostante la situazione in Emilia-Romagna sia ancora molto complicata in tanti Comuni, come ad esempio a Conselice dove un terzo della popolazione è senza acqua potabile e luce, gli allagamenti si stanno ripristinando. È il caso di Forlì, Cesena, Faenza e Ravenna dove pian piano gli studenti stanno tornando in classe e, come riporta la Nazione, il numero degli evacuati sta calando giorno dopo giorno. Ad oggi, infatti, il totale ammonta a 23.081 persone, che nonostante sia ancora un numero molto importante, si è ridotto di 3.200 da domenica. Un numero possibile grazie anche alla voglia di tanti giovani che anziché imbrattare monumenti ha preso la pala, si è infilata gli scarponi e non ci ha pensato un attimo ad aiutare il suo popolo. Ora, però, è fondamentale riuscire a spalare tutto il fango il prima possibile. Il caldo estivo rischia di aggravare pesantemente la situazione. La melma solidificata cementa molto velocemente e questo potrebbe avere gravi ripercussioni sui territori.

Le variabili da tenere in considerazione sono tante. Alcune più pericolose e imprevedibili di altre. È il caso di quanto sta accadendo nel Ravennate dove le inondazioni hanno riportato alla luce alcuni ordigni bellici. Sono ben 6, per il momento, tutti messi in sicurezza. La prefettura, però, ha immediatamente dato vita a una campagna di informazione per prevenire gravi conseguenze.

I pesanti allagamenti hanno scavato solchi sotterranea che hanno provocate frane e voragini improvvise. È il caso del quartiere Romiti, in centro città a Forlì, dove una strada è collassata in ben tre punti diversi. Per questo motivo, 26 abitanti sono stati costretti a evacuare la loro abitazione in quanto tra le possibilità c’era anche quella del crollo di una palazzina.

Resta la zona rossa anche oggi in Emilia-Romagna ma il campo si restringe. Le criticità sono molteplice a partire da quelle idrauliche, ai massimi livelli di allerta a causa della difficoltà di smaltimento delle acque esondate. Il Rapid mapping team del Copernicus Emergency Management, il servizio europeo che si attiva in caso di disastri o emergenze, ha stimato 3mila edifici interessati fa alluvioni solo nelle zone di Faenza, Lugo, Ravenna e Budrio. Sono circa un migliaio, invece, le frane attive di cui 305 considerate da attenzionare perché di particolare pericolosità. Senza dimenticare le 600 strade chiuse.

Il canale Emiliano-Romagnolo dovrebbe essere completamente svuotato oggi.

La situazione si sta normalizzando anche dal punto di vista dei collegamenti e degli spostamenti. I treni hanno ripreso a viaggiare sulle tratte Ferrara-Portomagggiore, Faenza-Russi, Ravenna-Rimini. Ancora sospesi, invece, sulla Bologna-Rimini, Ravenna-Castelbolognese-Russi-Portomaggiore, Faenza-Lavezzola e Faenza-Marradi.

Anche sulle strade si sta cercando di fare il possibile.

È il caso di Bologna dove è stato ripristinato un tratto della vecchia Panoramica per aggirare una frana che bloccava completamente una strada provinciale in località Allocco a Vado di Monzuno.

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