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L'ultimo delirio progressista: se questa foto è pornografia

La federazione elvetica dello sport proibisce ai fotografi di immortalare le atlete in pose che possono essere considerate sensuali. La follia di un pensiero che prima elogia il sesso ovunque e poi censura perfino i gesti atletici

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Il sesso è ovunque. Alla tv, sui nostri telefoni, sui pc. Siamo abituati ad esso. Talvolta anestetizzati, tanto che molti giovani si eccitano quando vedono i filmati sui propri smartphone ma poi, quando si trovano davanti a una persona in carne e ossa, riescono a combinare poco o nulla. Tutto è sesso. Le persone che abbiamo davanti, troppo spesso, non vengono viste nella loro interezza ma unicamente nelle loro potenzialità sessuali. Una figa. Un figo. Stop. Nulla sulla sua capacità di ragionare. Sulla sua capacità di amare e, magari, anche soffrire. Nulla sulla sua capacità di darsi. Una sorta di take away della carne.

È questo l’ambiente in cui si cresce. Un ambiente fortemente sessualizzato dove tutto, o quasi, è riconducibile a questa sfera dell’umano. E si gioisce di tutto ciò perché si è maggiormente aperti e, finalmente, al passo coi tempi. Peccato però che poi, crescendo così, per i più giovani anche le cose più innocenti assumono una carica erotica. E bisogna quindi correre ai ripari, come ha fatto la Federazione svizzera di ginnastica, che ha pubblicato un nuovo codice che vieta ai fotografi di immortalare, insieme alla figura intera, anche le parti più intime, come ad esempio l’inguine e i glutei, delle sportive. Ci chiediamo come faranno i fotografi. "Volevamo dare un segnale molto forte sul fatto che non vogliamo più immagini di un certo tipo", ha detto Naomi Kempter.

Ma più che un segnale, questa è una resa. Una dimostrazione che un certo modo di vedere l’uomo (e la donna) come un mero essere biologico, quindi privo di un valore reale e profondo, sia fallito. Omnia munda mundis, diceva San Paolo. Tutto è puro per colui che è puro. Ovvero per colui che ha un cuore, e quindi uno sguardo, puro. Non c’è moralismo in questo (a differenza dei nuovi puritani che tra poco si troveranno a coprire, come quelli dell’Ottocento, le gambe dei tavoli perché ricordano quelle delle donne). Nelle parole dell’Apostolo c’è unicamente realismo e buon senso. Se, infatti, guardo alla persona che ho davanti nella sua complessità e non solo nella sua fisicità, ecco che allora non la vedo come un oggetto sessuale ma come un qualcosa che ha valore e che quindi merita rispetto. Scrive Emanuele Samek Lodovici nel suo Una vita felice (Edizioni Ares): "La libertà erotica che venga fatta coerente a se stessa trasforma tutto il resto in materiale del mio godimento: io sono un unico di cui tutto il resto è proprietà". Per questo esiste il possesso. Il voler imporre ciò che desidero (o che pretendo) all’altro. Per questo i ragazzi, e pure le ragazze, sono più aggressive. Perché reclamano diritti al piacere che non hanno ma che vogliono a tutti i costi. Anche a discapito di chi hanno davanti. Nell’immediato si creano frustrati. In prospettiva, una società di single perché ogni tipo di rapporto che abbia le caratteristiche di verità e profondità è impossibile. Continua Samek Lodovici: "È chiaro che la dissoluzione di ogni istituto sociale ha un fine, quello della sudditanza: quando il singolo è disciolto da un istituto organico, egli è solo di fronte al potere, è un individuo, e naturalmente egli è come uno stuzzicadenti di fronte a una valanga.

E così lo stato può fare quello che vuole. Creare o distruggere. A discapito della persona.

E del buonsenso.

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