Ieri mattina, un gruppo di attivisti di Ultima generazione ha ben pensato di bloccare la tangenziale di Bologna, impedendo lo sgombero con l'utilizzo del cemento a presa rapida per rimanere aderenti al selciato in direzione Milano, tra l'uscita 7 bis e 8. Erano in 11 e si è reso necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco e dei sanitari del 118 per liberarli. Tre di loro sono stati arrestati con le accuse di violenza privata aggravata e interruzione di pubblico servizio. Gli altri, invece, denunciati per interruzione di pubblico servizio, violenza privata, manifestazione non autorizzata, attentato alla sicurezza dei trasporti, danneggiamento in concorso e istigazione a delinquere.
Questa mattina è previsto il processo per direttissima e fuori dal tribunale di Bologna, fin dalle prime ore del mattino, si sono posizionati altri attivisti. Gli arrestati, come hanno spiegato i loro supporter, si chiamano Mida, Silvia e Ettore. Una di loro è una ricercatrice universitaria ma anche una fumettista, mentre gli altri due sono capi scout. Chiamano "Disobbedienza civile non violenta" il blocco di una delle principali arterie dello scorrimento del traffico nell'orario di maggiore presenza su strada di lavoratori, ai quali viene impedito di adempiere a un loro diritto. Non è un caso, infatti, che siano stati arrestati e denunciati per violenza privata.
I tre arrestati vengono definiti "persone comuni" e l'arresto, a loro dire, "è un attacco alla nostra democrazia". Dovrebbero dirlo a chi ieri, e tutte le altre volte in cui sono stati organizzati blocchi del traffico, si è trovato bloccato sulla strada, perdendo ore di lavoro e quindi di guadagno. Lavoro che, forse gli attivisti non sanno, è un diritto sancito dalla Costituzione. Ma la democrazia, come insegnano i loro cattivi maestri della sinistra, è solo a senso utile, utile quando serve a difendere le proprie ragioni. Nel loro comunicato sostengono che gli arresti "vanno al di là di un'intimidazione politica, non solo questo governo non sta mettendo in sicurezza il presente e il futuro dei propri cittadini, ma sta reprimendo a livello giudiziario quello che dovrebbe essere invece portato nelle aule del parlamento. Si tratta di una strategia politica per reprimere chi, con profonda vulnerabilità, vuole solamente lanciare un grido di allarme".
Argomentazioni chiaramente ideologiche, nelle quali gli attivisti si definiscono "vulnerabili", pur avendo in realtà forti strutture alle spalle che ne supportano le azioni. Non paghi, seguendo quel ragionamento, concludono: "Ci chiediamo siamo veramente noi i criminali?".
Considerando i danni ai monumenti, in special modo alla statua equestre di piazza Duomo a Milano, gli assalti ad altri simboli come Palazzo Vecchio e le fontane di Roma, i vari blocchi che hanno causato disagi gravi ai lavoratori ma anche a persone che dovevano andare a lavoro, medici inclusi, la risposta appare piuttosto scontata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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