Nelle chat "Blocchiamo tutto". Anatomia della protesta su Telegram

Quello che appare non è una chat caotica, ma un centro di comando dove si decidono spostamenti, raduni e blocchi con una precisione sorprendente

Nelle chat "Blocchiamo tutto". Anatomia della protesta su Telegram

Entrare in un gruppo Telegram “Blocchiamo tutto” significa affacciarsi su una realtà parallela. A prima vista sembra una normale chat di attivisti, ma basta scorrere pochi messaggi per capire che nulla è lasciato al caso. Ogni regione ha il suo canale, spesso suddiviso in sottogruppi cittadini come Padova, Treviso o Venezia, che scandiscono la geografia digitale della protesta. Dietro le icone colorate e i nickname, si muove un flusso continuo di messaggi, informazioni e indicazioni operative. C’è una disciplina silenziosa, fatta di regole non scritte e di coordinamento minuto per minuto, che trasforma queste chat in un vero e proprio quartier generale digitale. Noi siamo entrati in uno di questi gruppi e vi raccontiamo dall’interno com’è organizzata questa macchina invisibile.

La logistica prima di tutto

I messaggi non parlano solo di politica o slogan: qui si organizzano i dettagli. “Io sto salendo in via Paolo Sarpi, ho fino a 4 posti liberi”, scrive qualcuno, pronto a offrire un passaggio. Poco dopo arriva un’altra richiesta: “C’è qualcuno che ha un posto in macchina e mi può aspettare? Altrimenti vado direttamente ai bus”. Gli scambi sono rapidi, secchi, con un tono operativo. Perfino i parcheggi vengono segnalati con precisione: “Prima del concentramento c’è parcheggio”. In un’altra chat, un utente domanda: “Da dove partirà il corteo di domani delle 18?” e la risposta non tarda: “Da Piazza Garibaldi”.

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La piazza in diretta

Scorrendo la conversazione, si passa presto dal coordinamento alla cronaca in tempo reale. Una foto mostra un raduno affollato: “Ci stiamo radunando a Piazzale Roma, siamo tantissime!!!”. Subito dopo arriva il messaggio che alza la tensione: “Pronte a bloccare il ponte!”. Altri condividono mappe e posizioni in diretta: “La testa del corteo è 500 metri più avanti”. Così la chat diventa il cervello della manifestazione, che muove la piazza metro dopo metro, quasi come un regista invisibile. C'è anche chi ieri ha annunciato azioni in caso di annullamento sciopero.

Il linguaggio militante

Accanto alla logistica emerge un tono radicale, che trasmette determinazione e rabbia. “Se lo sciopero verrà annullato prendiamo ferie e blocchiamo tutto ancora più determinati di prima”. Un altro messaggio rilancia: “Motivi in più per bloccare l’interporto di Padova”. Non è solo un invito all’azione: è un modo per cementare la compattezza del gruppo, trasformando le difficoltà in nuova benzina per la mobilitazione.

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I dubbi individuali e la risposta collettiva

Tra i tanti messaggi operativi, compaiono anche voci incerte, che raccontano le difficoltà personali. “Io domani sarei a casa in cassa integrazione. Stando a quello che so, posso beccarmi un richiamo se dico che sciopero… invece di prendere l’80% della paga, non prenderò nulla”. La replica è immediata e durissima: “C’è chi sta perdendo la vita per ciò che stiamo contestando… non mi farò spaventare dal rischio di un richiamo, per nulla al mondo”. Nella dinamica del gruppo, il singolo viene spinto a sacrificarsi per il collettivo: la causa viene prima di tutto.

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Bersagli concreti: Amazon e la logistica

Le chat raccontano anche azioni mirate. Da Torino arriva un messaggio che cita uno degli obiettivi principali: “I furgoni delle consegne Amazon tentano di uscire dai varchi Decathlon ma anche qui trovano un determinato blocco ad aspettarli. Oggi non esce una singola merce”. Non solo cortei o slogan, dunque, ma veri e propri blocchi economici che puntano a colpire i simboli della logistica e della distribuzione globale.

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La protesta ha anche la sua colonna sonora

Dentro la chat c’è spazio persino per la musica, a conferma che nulla viene lasciato al caso.

Un messaggio recita: “Per chi è al camion: mettiamo anche Sumud di Murubutu e Brucia tutto di Cosmo?”. Anche la playlist diventa parte della protesta, colonna sonora di un movimento che vuole mostrarsi compatto e determinato.

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