Nazionale

Da Instagram a Only fans: i nostri corpi in vetrina

Viviamo sovraesposti sui social. E ci piace. Ma a che prezzo?

Da Instagram a Only fans: i nostri corpi in vetrina

Ascolta ora: "Da Instagram a Only fans: i nostri corpi in vetrina"

Da Instagram a Only fans: i nostri corpi in vetrina

00:00 / 00:00
100 %

Viviamo esposti. Anzi: ci esponiamo. E la cosa alla fine non ci dispiace. In principio fu Twitter: avevamo la possibilità di dire tutto ciò che ci passava per la testa, dalla politica allo sport. Avevamo anche la possibilità di insultare, sapendo che non sarebbe accaduto nulla (o quasi). Poi è arrivato Facebook. Alla parola si sono aggiunte le immagini. Fu una rivoluzione. È lì che, timidamente, abbiamo iniziato a pubblicare le foto dei nostri pranzi e delle nostre vacanze, credendo che a qualcuno importasse qualcosa. Ma il messaggio, seppur triste, era chiaro: "Sono qui, guardatemi. Guardate la bella vita che faccio". Dai follower si passava agli amici, seppur virtuali e sconosciuti. Successivamente, Instagram ha rappresentato una piccola grande rivoluzione. La parola scritta, dunque il pensiero minimamente elaborato, è stata soppiantata da foto e video. Un diluvio di spaghetti, vacanze, culturisti e culi (accompagnati da frasi più o meno filosofiche) ha accompagnato le nostre serate. Infine, è arrivato Tik tok, dove anche l'immagine fissa, la fotografia, è stata rimossa e, unico superstite, è rimasto il filmato che, per sua natura, è breve ed efficace e colpisce più alla pancia che alla testa.

Cambiano i modi di comunicare, ma al centro di tutto ci siamo noi. È la dittatura del selfie, dell'immagine di noi stessi che vogliamo dare agli altri. Intraprendenti, sempre sul pezzo, attivi sul lavoro ma dando il giusto spazio alla famiglia. Il tutto esposto - anzi: sovraesposto - affinché gli altri possano apprezzarci e dirci quanto siamo bravi e belli. E poco importa che magari la nostra vita reale sia un inferno. Quello che conta è l'immagine. L'apparire. Contro l'essere. E in questo l'algoritmo dei social ci aiuta, in quanto premia quei contenuti che vengono apprezzati dagli altri utenti, facendo loro da volano. È anche questo il motivo per cui le challenge, le sfide, funzionano così tanto su Internet. E poco importa che poi, nella vita reale, mietano morti, come è successo a Casal Palocco. L'importante è fare contenuti sempre più virali e restare sempre sulla cresta dell'onda.

Accanto ai social tradizionali, ne è apparso uno nuovo e, in un certo senso, geniale: Only fans. Su di esso, ogni creator può caricare il contenuto che preferisce e farsi pagare per questo. C'è chi fa lezione ma anche chi, ed è la maggioranza, carica contenuti più o meno spinti. Si fa un abbonamento, neppure tanto costoso, e poi si paga nuovamente per vedere foto e video esclusive, magari su richiesta. È la fortuna di tanti ragazzi e ragazze che, per vivere, vendono il proprio corpo senza pensare al domani per pochi spiccioli. E non si tratta di moralismo, ma di realtà. Accanto ai pochi fortunati che riescono a guadagnare migliaia di euro su questa piattaforma, c'è un esercito di persone che si mette in mostra, talvolta umiliandosi (Denis Dosio che si infila le patatine nel culo, per esempio) per pochi spiccioli (si parla di una media di 180 euro al mese). Il tutto per una vita più semplice.

Elle Brooke, 25enne britannica, ha per esempio scelto di abbandonare la carriera forense per realizzare porno su Only fans. A chi le chiede cosa ne penseranno i suoi figli, la ragazza risponde: "Non voglio bambini in tempi brevi però, certo, prima o poi li vorrò. Sinceramente non ci ho pensato a fondo, ma sono certa che se non dovessero condividere la mia scelta, potranno piangere su una Ferrari". Ecco, è questo il punto: "Non ci ho pensato a fondo". Che significa: vivo solo il presente, quel che di buono arriva, senza pensare a che ne sarà di domani. Senza pensare se questa mia decisione ne comprometterà altre. Del domani non c'è certezza, del resto. Se non quella di modelli sbagliati che, troppo in fretta, bruciano giovani e meno giovani. Non appena ha compiuto 18 anni, Maria Sofia Federico ha deciso di fare la sex worker, un modo carino, anzi cool, per dire che si prostituisce. "Ritengo che lo faccia perché condizionata dal pensiero unico, è plagiata", ha detto il padre. Una verità, finalmente.

Ma a che prezzo.

Commenti