Leggi il settimanale

Giletti preso a pugni. Il giornalista: "Ecco cosa è successo"

Un ex esponente dei servizi segreti l'ha aggredito per strada. Giletti, come racconta al Giornale, aveva tentato di porgli alcune domande sul caso di Emanuela Orlandi

Giletti preso a pugni. Il giornalista: "Ecco cosa è successo"
00:00 00:00

Durante la sua lunga carriera al giornalista Massimo Giletti sicuramente ne saranno capitate tante, ma quello che vi stiamo per raccontare, come spiega lui stesso al Giornale, è sorprendente.

In un servizio, che vedremo stasera a "Lo stato delle cose" (Rai 3), si vede Giletti che prova a rivolgere delle domande a un uomo. Le sue domande vertono sul caso di Emanuela Orlandi, la sedicenne scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983 a Roma. Ma dall'interlocutore, che è un ex membro dei servizi segreti, non arrivano risposte bensì un pugno al giornalista.

Da settimane Giletti col suo programma sta cercando di sviscerare il caso Orlandi, che dopo 42 anni presenta ancora molti lati oscuri. L'aggressore di Giletti in passato ha fatto parte del Sisde e, la scorsa settimana, è stato sentito dalla commissione parlamentare che indaga sul caso Orlandi.

Un altro dettaglio interessante giova essere ricordato: come era emerso la scorsa settimana a "Lo Stato delle Cose" qualcuno aveva avvisato Mario Meneguzzi, lo zio di Emanuela Orlandi, che era pedinato. La persona che lo aveva messo in guardia faceva parte dei servizi segreti, di nome Giulio Gangi, nel frattempo deceduto. A lavorare in coppia con lui era l'uomo che ha aggredito Giletti.

Questa è la domanda che ha fatto scattare l'aggressione: "Perché avete avvisato Mario Meneguzzi che lo stavate pedinando - ha provato a chiedere Giletti -. Voi dei servizi lo avete avvisato che era pedinato, mi vuole spiegare perché?". Dopo un po' di insistenza da parte del giornalista è scattato il pugno.

L'ex agente era soltanto infastidito per le domande o preoccupato che potesse emergere qualcosa sul suo passato e sulla "pista familiare" del caso Orlandi, quella appunto legata allo zio, su cui forse non si è andati troppo a fondo?

Giletti, com'è andata?

"Ho seguito quest'uomo per un po', in strada, cercando di porgli alcune domande e incalzandolo. Ex agente dei servizi, ha un passato nella legione straniera ed è un soggetto che, per certi versi, sa come muoversi e affrontare le situazioni. A un certo punto, diciamo così, ha reagito male..."

Il suo pensiero è che nel caso Orlandi si sia indagato poco sulla pista familiare, giusto?

Ci sono stati dei chiari depistaggi, di quelli che si mettono in piedi quando ci si vuole allontanare da una verità indicibile. Se il fidanzato della sorella di Emanuela Orlandi si confida con il capitano dei carabinieri per dirgli che la ragazza aveva detto di aver ricevuto delle strane attenzioni dallo zio, beh quella era una pista di cui quantomeno si sarebbe dovuto tenere conto".

Nella sua lunga carriera ha subito altre aggressioni mentre stava lavorando?

"La prima volta mi capitò con un personaggio illustre della politica, Umberto Bossi. Mi colpì con una gomitata. Avevo 27 anni e lavoravo per Mixer, il programma di approfondimento di Minoli. Al Senatur cercai di porre delle domande sui 200 milioni di lire che aveva ricevuto il tesoriere Alessandro Patelli come finanziamento illecito. Bossi evidentemente non la prese bene e mi colpì".

Minoli cosa le disse?

"Mi fece il più grande elogio che potesse farmi: 'Sei il re del

marciapiede'. Che nel gergo giornalistico è sicuramente un complimento.

Vi siete mai chiariti?

"Quando ci siamo rivisti, ed io ormai ero diventato famoso, lui neanche si ricordava. Non ne abbiamo più parlato".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica