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"Non portate più i migranti". L'appello contro le Ong

Le Ong continuano a pretendere di sbarcare a Lampedusa ma da questura e prefettura mettono in chiaro la situazione: "Le forzature creano criticità a volte molto serie"

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Le Ong continuano a pretendere il porto a Lampedusa. Forzano le decisioni delle autorità italiane, ignorando l'assegnazione e scegliendo in autonomia e prepotenza il porto a loro più comodo. Si mettono a paragone delle motovedette italiane, vogliono essere paragonate alla stregua degli assetti navali del nostro Paese e chiedono, pensando sia loro diritto, di sbarcare ogni migrante a Lampedusa. A sostegno di queste pretese illogiche, che non troverebbero nemmeno spazio di discussione in altri Paesi, c'è la sinistra ideologica e pro-immigrazionista, scollata dalla realtà secondo la quale alle Ong andrebbe data carta bianca.

Ma chi davvero conosce la situazione dell'immigrazione in Italia, tocca con mano l'emergenza e vede tutti i giorni con i suoi occhi quello che accade a Lampedusa, mette a tacere una volta per tutte le organizzazioni non governative. Il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, sulle ultime polemiche sollevate dalla Ocean Viking, che dopo lo sbarco delle emergenze è stata mandata a Genova, a loro avviso troppo lontana, replica: "Il messaggio che è importante che le Ong comprendano è che non farle attraccare a Lampedusa non significa voler fare loro un danno o creargli ulteriori problemi. Significa soltanto che Lampedusa ora, come anche nel recente passato, non è assolutamente in grado di ricevere altri profughi".

Il prefetto, quindi, ha aggiunto, sottolineando quanto il governo da tempo rimarca ma che alle Ong non interessa: "Significa dire con chiarezza che portare ulteriori persone implica un trattamento non adeguato". Le navi delle organizzazioni non governative, d'altronde, non si preoccupano di quanto accade dopo lo sbarco: a loro interessa non consumare carburante delle navi, quindi non aumentare i costi dei loro viaggi, che sbarcando a Lampedusa sarebbero decisamente ridotti rispetto ai viaggi che le conducono, per esempio, a Massa Carrara o Ravenna.

Un concetto simile è stato espresso anche dal questore di Agrigento, Emanuele Ricifari: "Spero dal profondo che tutte le Ong rispettino le indicazioni dei porti date dalle autorità italiane. Le norme danno spazio a interpretazioni diverse solo quando davvero esistono seri e reali problemi di incolumità delle persone. Le forzature creano criticità a volte molto serie". Quindi, ha rimarcato che "Lampedusa al momento non può accogliere se non poche unità finché non saranno, in giornata e domani, condotti in altri luoghi di accoglienza gli oltre 3000 arrivi delle ultime 36 ore".

L'arrivo di eventuali navi Ong a Lampedusa "farebbero anche saltare attività portuali essenziali e non solo commerciali o turistiche e stiperebbero ancora di più luoghi di sbarco già alle prese con numeri altissimi".

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