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"Lampedusa è sporca, non il paradiso". Così i migranti sparlano dell'Italia

Arrivano illegalmente, il più delle volte non hanno diritto alla protezione internazionale e nei loro Paesi sparlano dell'Italia: dai migranti protesta per Lampedusa

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L'Italia non è un Paese perfetto, è vero, ma trovare sul web le lamentele da parte di chi entra illegalmente e muove pure particolari pretese è oggettivamente assurdo. L'hotspot di Lampedusa è una struttura che, come dice il nome stesso, accoglie i migranti in emergenza quando arrivano in Italia. L'isola è l'avamposto italiano davanti alle coste dell'Africa, tanto che dalla Tunisia si raggiunge in poche ore di navigazione con barchini di qualità discutibile. Questo porta, nei periodi di bel tempo, ondate straordinarie di sbarchi che portano fino a 1000 migranti al giorno a Lampedusa, il cui hotspot ha una capacità massima di 350 persone.

Nonostante gli enormi sforzi che vengono fatti dall'Italia per garantire l'accoglienza, da parte dei migranti arrivano spesso critiche e accuse nei confronti del nostro Paese, perché trovano che Lampedusa non sia una sistemazione adeguata. Nel nostro Paese non si ha la percezione di quale sia l'atteggiamento di chi arriva, anche perché la narrazione buonista della sinistra tende a idealizzare i migranti che sbarcano, dei quali solo una parte, per altro ridotta, ha realmente diritto a protezione internazionale. Il resto sono migranti economici che scelgono la strada dell'illegalità per fare ingresso in un altro Paese.

Lampedusa migranti

Ebbene, spostandosi sull'altra sponda del Mediterraneo e leggendo quelli che sono i commenti da quelle parti, emerge tutta un'altra realtà, che vede critiche e attacchi all'Italia. Abbiamo già parlato del dilemma amletico che era stato posto sulla pulizia dei bagni dell'hotspot, con tanto di foto che mostravano i servizi con una pulizia in quel momento carente. In quel caso ci si chiedeva se dovevano essere gli italiani o i migranti a fare le pulizie, lamentandosi delle non perfette condizioni della struttura. Stavolta, invece, con un video viene mostrato l'hotspot sovraffollato con la scritta: "Lampedusa è sporca, non è il paradiso".

Se Lampedusa è sporca, e il riferimento è al solo hotspot, visto che l'isola continua a essere un'eccellenza per il turismo italiano, la colpa di chi è? Pensare che un'isola così piccola con una struttura di quelle dimensioni possa gestire flussi che superano le mille unità quotidiane è pretestuoso oltre ogni limite, così come accusare l'Italia che a differenza di altri Paesi dell'Europa si trova a gestire una grande emergenza senza averne i mezzi. Se in quei Paesi Lampedusa viene descritta come "un paradiso" la responsabilità è di chi, per anni, ha appoggiato la propaganda pro-immigrazionista dipingendo il nostro Paese come qualcosa che non esiste. Ecco perché vengono addirittura stilati i vademecum che invitano i migranti a evitare Malta per fare rotta sull'Italia.

Si lamentano del nostro Paese e, in particolar modo, di Lampedusa perché "non è un centro di accoglienza ma una prigione". Il motivo? Viene spiegato molto bene in uno dei post di accusa: "Non c'è modo di scappare, le guardie e le telecamere di sorvegianza sono attivi 24 ore su 24 per evitare le fughe". Niente di meno di quello che si richiede a un Paese civile quando arrivano dentro i suoi confini persone non identificabili perché entrate illegalmente senza documenti. Ma l'Italia ha la fama di essere il Paese in cui tutto è permesso e infatti, davanti all'esistenza di ovvi e opportuni limiti alla libertà degli irregolari, qualcuno si arrabbia e dichiara: "Capisco perché molti preferiscono la Spagna". E non mancano nemmeno le notizie fake, come quella che a Lampedusa stanno finendo cibo e acqua e che non sono possibili le comunicazioni.

E a tal proposito, i migranti si lamentano anche che non viene effettuata la manutenzione all'interno dell'hotspost: peccato che gli impianti elettrici vengano da loro stessi divelti per effettuare gli allacci abusivi per la ricarica dei telefoni.

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