Leoncavallo, la vergogna degli insulti alle forze dell'ordine

Eccoli i finti democratici, quelli che per lottare contro un presunto sopruso commettono un reale reato: oltraggio a pubblico ufficiale

Leoncavallo, la vergogna degli insulti alle forze dell'ordine
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C’è un aspetto che è stato considerato meno di quanto meriterebbe. Parliamo degli insulti che - durante lo sgombero del Leoncavallo - astanti, attivisti e frequentatori del centro sociale hanno rivolto alle forze dell’ordine. "Servi dei servi”. “Mestiere di merda, carabiniere!”. Parole dure, pronunciate da ragazzi a viso scoperto ma anche da adulti insospettabili in bermuda su una bicicletta. Il tutto in faccia a decine di agenti, senza alcuna remora. Eccoli i finti democratici, quelli che per lottare contro un presunto sopruso commettono un reale reato. Art. 341-bis c.p.: "Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore e il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni". Oltraggio a pubblico ufficiale.

Ora, nessuno vuole impugnare la forca e invitare le autorità competenti a scovare e inquisire i denigratori, fa

tutto parte della normale contrapposizione tra guardie e ladri. Epperò, magari, si ricordino i lor signori che quelli che chiamano “servi”, oltre a servire lo Stato, servono e serviranno sempre anche coloro che li denigrano.

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