Nazionale

Esercito e protezione: quello che la Murgia non potrà mai capire

La scrittrice sarda continua ad ammorbarci con il suo racconto sulla parata del 2 giugno. Ma non si scusa per l'errore fatto

Esercito e protezione: quello che la Murgia non potrà mai capire

Ascolta ora: "Esercito e protezione: quello che la Murgia non potrà mai capire "

Esercito e protezione: quello che la Murgia non potrà mai capire

00:00 / 00:00
100 %

Per Freud, l'inconscio torna sempre sul luogo del delitto. Ma pure Michela Murgia non è da meno. E così, dopo averci dispensato lezioni (sbagliate) di storia e cerimoniale militare, ecco che oggi torna a parlare, rigorosamente su Instagram, di quanto accaduto alla parata del 2 giugno. Premette di essere una antimilitarista in quanto la nostra Costituzione, ovviamente la più bella del mondo, ripudia la guerra. Non odia i soldati, precisa, ma ne farebbe volentieri a meno. Troppo maschi. Troppi marziali. E poi, diciamolo, quegli anfibi così lucidi e ben allacciati sono, sotto sotto, un po' fascisti. Alla prossima parata la Murgia sogna medici, artisti, giornalisti (un po' di egocentrismo fa sempre bene) e perfino i cento più onesti contribuenti del nostro Paese. Ora, inutile dire che, affinché tutto questo sia possibile, è necessario che ci sia qualcuno che difenda la nostra libertà. E indovinate chi sono le uniche persone che possono fare questo sono? Gli uomini e le donne delle nostre forze armate.

C'è una frase di G.K. Chesterton che spiega bene qual è lo spirito militare: "Il vero soldato combatte non perché odia ciò che è di fronte a lui, ma perché ama ciò che è dietro di lui". Ed è quello che è successo per esempio sul Piave, quando il Regio esercito ebbe il coraggio di dire: "Non passa lo straniero". Sì arrivava da mesi di pesanti sconfitte, da ritirate ingloriose come quella di Caporetto. Le truppe austro-ungariche avanzavano e c'era il pericolo concreto che potessero fare carne da porco di donne e figli. Ecco, è a quel punto che i soldati italiani alzano la testa, si fanno coraggio e resistono.
È vero: ogni anno il nostro Paese spende fior di quattrini (ma sono ancora pochi per le nostre reali esigenze internazionali) per le nostre Forze armate. Sarebbe meglio spenderli per scuole e asili? Teoricamente sì. In pratica, anzi: nella realtà, viviamo in un mondo in cui le guerre ci sono e ci saranno finché ci sarà vita in terra. Ed è bene arrivarci preparati perché a rischio c'è il nostro modo di vivere, la nostra libertà, anche di parola (e perfino quella della Murgia).

Il passaggio finale del video della Murgia è un capovolgimento della realtà (ma del resto è tipico della sinistra cambiare i fatti per piegarli all'ideologia). Non chiede scusa. Non dice di aver sbagliato alla grande. Dice che il punto è un altro: sono stati i ministri e i senatori a vedere un saluto romano mentre sfilava il Goi e a gioire per questo. Capite i super poteri della Murgia? Riesce a leggere nell'animo e nella mente di Ignazio La Russa. E pure un po' in quelli di tutti gli italiani dato che qualche anno fa ci aveva ammorbato con un "fascistometro" per farci sentire tutti degli squadristi con l'orbace sul cuore.

Commenti