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"L'ho visto sul treno", poi il blitz. Così hanno fermato l'aggressore di Termini

La ricostruzione della caccia all'uomo: Aleksander Mateusx Chomaik fermato dalla Polfer alla stazione di Milano. A riconoscerlo due carabinieri fuori servizio

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Lo hanno cercato per tre giorni, prima nei dintorni della Stazione Termini, poi in tutta Italia. E lo hanno trovato a Milano. Aleksander Mateusz Chomiak, di 25 anni, è l'attentatore polacco che il 31 dicembre scorso ha accoltellato senza un apparente motivo una turista israeliana che stava acquistando un biglietto. Due colpi di coltello, ripresi dalle telecamere di videosorveglianza, che avevano avviato una caccia all'uomo conclusasi alla stazione centrale della città meneghina.

L'operazione di polizia è certosina e scatta subito dopo i soccorsi alla giovane 24enne, oggi in ospedale non in pericolo di vita. Gli investigatori partono dalle analisi di tutte le telecamere interne allo scalo ferroviario, ricerca che dà i risultati sperati: i video mostrano non solo il momento dell'aggressione (guarda il video), ma anche il sospettato aggirarsi nei dintorni (guarda il video). I frequentatori abituali a Termini lo riconoscono: si tratta di un clochard che spesso si aggira in zona. Le forze dell'ordine peraltro lo avevano già schedato quattro giorni prima: il 27 dicembre, a Roma, il polacco era stato fotosegnalato allo scopo di identificazione perché sprovvisto di documenti di riconoscimento.

Conoscere il nome del sospetto è un primo passo. "I progressi rapidi ed efficienti nelle indagini dimostrano, per l'ennesima volta, la grande professionalità del personale della polizia di Stato", dice Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato. Per chiudere l'operazione però bisogna anche fermarlo. E non è compito semplice. "Diffondete ai colleghi, per cortesia - si legge in una delle comunicazioni interne, che il Giornale.it ha potuto visionare, e che circolano in quelle ore - Diramiamo le ricerche a tutti gli equipaggi, precisando che il soggetto gira tra via Marmorata e la Stazione". A dire il vero, la polizia "non esclude" che possa essersi mosso "anche in altre città". Infatti Aleksander nei vicoli abitualmente bazzicati dai senzatetto non c'è: viene fermato alle 17.50 a Milano. A centinaia di chilometri dal luogo dell'aggressione.

A riconoscerlo è un appuntato dei Carabinieri, una donna, fuori dal servizio. Dopo aver notato un giovane che somiglia alle fotografie pubblicate dai giornali e diramate alle forze dell'ordine, si presenta alla stazione di polizia ferroviaria di Milano "chiedendo l'ausilio di una pattuglia Polfer" perché "mentre si trovava a bordo del treno 2675" con il marito, pure lui carabiniere, "riconosceva un uomo quale autore del tentato omicidio". Questione di minuti. Gli agenti della Polfer, si legge nell'annotazione di servizio, raggiungono il binario 12 e vedono "l'uomo fermo con due sacchi di plastica vicino ai piedi". Si avvicinano, lo distraggono con una richiesta "anche per evitare che potesse avere reazioni repentine e violente" e, insieme al vicebrigadiere dell'Arma, gli bloccano le braccia "portandolo a terra".

Immobilizzato ed ammenettato, Aleksander Mateusx Chomaik viene trasferito negli uffici della Polfer dove gli agenti trovano un coltello e un taglierino "occultati nella giacca destra chiusa con zip della parte superiore dalla tuta". Il 24enne polacco viene poi trasferito alla Caserma Montebello, sede del Nucleo Radiomobile Carabinieri di Milano, per il fotosegnalamento. L'ultimo rito di una lunga caccia all'uomo.

Articolo in aggiornamento

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