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L'Italia dell'ecatombe bianca. Tre morti al giorno sul lavoro

Il report dell'Inail: da gennaio a luglio 559 vittime. I più a rischio gli ultra 65enni. Record in Lombardia

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I numeri ufficiali delle morti sul lavoro si fermano a luglio. Quelli di agosto, sei solo ieri, saranno inserite in un`altra arida tabella Inail. Le statistiche ci dicono che ben 559 lavoratori sono usciti di casa per andare a lavorare e non sono più rientrati nelle rispettive case, dalle rispettive famiglie. Si contano dunque 80 morti sul lavoro al mese, circa 20 a settimana, quasi tre al giorno. Il mercoledì, curiosità macabra, sembra essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sette mesi dell`anno (20,5%).

Le tabelle aggiornate a luglio scorso e rese note ieri dall`Inail, sono drammatiche, perché i decessi crescono in modo vertiginoso nonostante si faccia un gran parlare di sicurezza nel mondo di lavoro, che evidentemente non è ancora sufficiente a fermare le disgrazie evitabili. Se a fine maggio, gli infortuni con esito mortale erano «fermi" a 358», sono bastati due mesi in più di conteggi per far schizzare il numero complessivo fin quasi a raddoppiarlo. E comprendono sia le morti sul lavoro, sia quelle che avvengono quando ci si trasferisce da casa al posto di lavoro e viceversa, con i mezzi pubblici o privati.

Nel dettaglio, i decessi sono avvenuti o sul luogo di lavoro sono 430, quelli in itinere 129. Ma se le morti per incidente stradale o malore non direttamente connessi al posto di lavoro sono in netto calo, -17,8% rispetto al luglio del 2022, i morti durante il turno di lavoro crescono del 4,4%.
A morire sono soprattutto gli ultra 65enni (65,5% di incidenza), poi quelli vicini più alla pensione, la fascia 55-64 anni. Ma si contano anche 18 ragazzini tra i 15 e i 24 anni a cui è stato negato un futuro e ben 39 giovani adulti tra i 25 e i 34 anni.

E uno si domanda a questo punto dove si muore di più. Chi pensa al manufatturiero sbaglia settore. Quello, a volte molto pericoloso per l`utilizzo dei macchinari, rimane il più colpito ma spesso dagli infortuni (35.503). Per i decessi invece, nei primi sei mesi del 2023 è sempre il settore trasporti e magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 50 in tutto. Segue a distanza il settore delle Costruzioni (39), dalle attività manifatturiere (37) e dal commercio (27).

I lavoratori stranieri sono quelli più esposti: il loro rischio di infortunio mortale è quasi doppio rispetto agli italiani, con un`incidenza di mortalità di 33% su un milione. In sette mesi ne sono morti 79 spesso nei cantieri edili che non garantiscono le minime norme di sicurezza. Gli infortuni mortali sono stati 351, con un`incidenza nazionale del 16,9%. Le donne morte sul lavoro rimangono ancora una minoranza. L`incidenza è del 2,6%. Hanno perso la vita in azienda 25 donne, mentre 14 di loro hanno detto addio al mondo mentre tornavano a casa, oppure mentre si recavano sul posto di lavoro. Le regioni che denunciano una situazione più drammatica sono quelle dell`Italia centrale. Elaborando i dati Inail, è l`Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega di Mestre a stilare una classifica regionale da cui emerge che si muore di più sul posto di lavoro in Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria (Crotone in testa). In questi territori, l`incidenza dei decessi è superiore al 25% rispetto alla media nazionale del 18,6% di decessi su un milione di occupati. E per questa grave situazione, Vega le ha inserite nella «zona rossa». Nella fascia arancione, un po` meno pericolosa, invece finiscono Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, insieme a Puglia, Marche, Campania, Sicilia e Veneto. In zona gialla, invece troviamo Piemonte, Valle d`Aosta, Liguria, Sardegna, Lombardia e Lazio.

Numericamente però in Lombardia si conta per il maggior numero di vittime (74).

Seguono: Veneto (40), Lazio (36), Campania e Piemonte (33), Emilia Romagna (31), Puglia (29), Sicilia (26), Toscana (21), Abruzzo (16), Marche (14), Umbria e Calabria (13), Friuli Venezia Giulia (12), Trentino Alto Adige e Liguria (11), Sardegna (10), Basilicata (5) e Valle d`Aosta e Molise (1).

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