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Mimmo Lucano all'attacco: "Soumahoro? Pretesto per gettare fango"

L'ex sindaco di Riace si dice totalmente estraneo alla vicenda connessa alle cooperative gestite dalla suocera del parlamentare

Mimmo Lucano all'attacco: "Soumahoro? Pretesto per gettare fango"

L'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano si dice totalmente estraneo rispetto alle accuse rivoltegli dal consigliere regionale del Carroccio Angelo Tripodi, che lo aveva accostato in qualche modo agli affari di cui si occupava la suocera di Aboubakhar Soumahoro.

"Non so chi sia questo Tripodi, non l'ho mai visto né incontrato e non so perché mi chiami in causa", dichiara l'ex paladino dell'accoglienza nel corso di un'intervista concessa a Repubblica, "ma di certo dovrebbe informarsi meglio perché con le cooperative della suocera di Aboubakhar Soumahoro io non ho mai avuto nulla a che fare".

Il legame con Soumahoro

Dinanzi alle domande del giornalista, l'ex sindaco nega di conoscere sia la moglie che la suocera di Soumahoro. "Mai viste in vita mia", replica infatti, "sapevo che Aboubakhar fosse sposato, ma di lei non sapevo neanche il nome". Forte e di lunga data, invece, il legame con il parlamentare di origini ivoriane: "Ci conosciamo da tanto, ci siamo visti molti anni fa a Cinisi, poi l'ho incontrato nuovamente nel ghetto dei braccianti di San Ferdinando. In Calabria ci siamo trovati fianco a fianco in diverse lotte".

A detta dell'ex sindaco di Riace, inoltre, Soumahoro gli sarebbe stato vicino nel momento in cui fu avviata nei suoi confronti l'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nonostante questo legame di amicizia, tuttavia, Lucano nega di essere mai venuto a conoscenza del fatto che la moglie e le suocera del parlamentare di origini ivoriane si occupassero della gestione di strutture di accoglienza per immigrati.

Secondo la ricostruzione effettuata da Tripodi, una figura fondamentale nella vicenda sarebbe quella di Carmine Federico, socio della Promidea impresa sociale srl e presidente della coop Promidea. Anche in questo caso, tuttavia, l'ex sindaco di Riace esclude ogni coinvolgimento."Non ho idea di chi sia, non l'ho mai neanche sentito nominare", ribatte infatti Lucano durante l'intervista. "E ci tengo a chiarire una cosa: con i progetti per l'integrazione, io non mi sono certo arricchito. Persino il colonnello della Guardia di Finanza, che è il grande accusatore nel processo che mi vede imputato, ha detto in aula che io non ho mai intascato un euro", precisa, "poi, basta vedere come sia finita la mia famiglia: tutti lontani, costretti a fare lavori anche umili".

"Occasione per gettare fango"

Se così fosse, allora per quale motivo anche l'ex sindaco di Riace sarebbe rimasto coinvolto nell'inchiesta condotta dalla Corte dei conti insieme proprio a Carmine Federico? "Quell'accertamento è relativo a tutte le cooperative e i Comuni che hanno firmato la convenzione con la Protezione civile a cui il governo Berlusconi aveva delegato la gestione della cosiddetta emergenza Nord Africa", risponde Lucano, secondo cui tutto sarebbe nato a causa di alcune "storture" individuate a livello regionale dalla Corte dei conti. "La posizione del Comune di Riace è stata archiviata", aggiunge Lucano.

In conclusione, quindi, l'ex paladino dell'accoglienza si dice certo che il caso Soumahoro sia stato "una grande occasione per le destre", ovvero un semplice pretesto "per gettare ombre e fango su tutto il sistema dell'accoglienza e dell'integrazione, per ridurre tutto a una mera questione di sicurezza".

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