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L'orrore di Milano: reati sessuali aumentati del 38% dal 2020

Sia la procura che la questura certificano l'incremento enorme di casi di violenza contro le donne a Milano nel silenzio colpevole del sindaco Sala

L'orrore di Milano: reati sessuali aumentati del 38% dal 2020

La percezione di sicurezza a Milano non è mai stata così bassa, una percezione che trova conferma anche nei numeri, che fotografano in modo inequivocabile un aumento di reati contro la persona. Sono soprattutto le donne a fare le spese della violenza in città, come certificano i dati del Viminale, secondo i quali negli ultimi anni a Milano c'è stata un'esplosione di reati sessuali: più 21% sul 2021 ne più 38% sul 2020. Letizia Mannella, procuratrice aggiunta del dipartimento specializzato in reati sulle fasce deboli, conferma che la situazione di Milano in tal senso appare gravemente compromessa.

"Da donna e magistrata percepisco un aumento generalizzato dell’aggressività dopo la pandemia. Gli uomini scaricano la loro violenza sulle donne, che sono più in pericolo. Di questo si tratta: sopraffazione del più debole", spiega Mannella intervistata da la Repubblica, confermando quanto già detto da Giuseppe Petronzi, questore di Milano, nel giorno della festa della polizia di Stato. "Preoccupano i reati a sfondo sessuale, che confermano un’insidiosa tendenza alla sopraffazione sulle donne. Ne sono riprova i 380 casi di stalking e più di 550 episodi di maltrattamenti", ha dichiarato il funzionario di polizia.

Numeri importanti che vengono ignorati da palazzo Marino, dove si preferisce parlare di percezione dovuta a un aumento della presenza sui social e, quindi, delle testimonianze. La stazione Centrale di Milano è il luogo preferito dai predatori sessuali, come dimostrano i recenti casi di cronaca. Residenti, turiste e donne di passaggio vivono con terrore l'attraversamento degli spazi antistanti e circostanti l'edificio ferroviario se sono sole, soprattutto la notte. Anzi, le donne che vivono in quelle zone vivono in una sorta di coprifuoco perenne, consapevoli del fatto che se dovessero rincasare troppo tardi si porrebbero in una situazione di gravissimo pericolo.

Statisticamente, sono soprattutto gli stranieri a configurarsi come predatori sessuali ma circoscrivere le zone di pericolo alla stazione e alle periferie è sbagliato. Tutta Milano, in misura più o meno maggiore, vive nella paura, anche le zone della movida del centro. Corso Como, data la sua vicinanza con la stazione Garibaldi, e i Navigli, presentano situazioni di pericolo al pari della stazione Centrale. E nonostante l'impegno delle forze dell'ordine in presidio, il numero di persone pericolose presenti sul territorio, anche a causa delle folli politiche di accoglienza indiscriminata della sinistra a Milano, è in numero enormemente superiore. Ma non solo: gli aggressori sono per lo più senza fissa dimora e senza documenti, che anche se vengono fotosegnalati vengono rimessi in libertà. Sono recidivi nel compimento dei reati, spesso legati al mondo dello spaccio.

È impossibile rimpatriarli perché non riconosciuti da alcun Paese, non possono essere redistribuiti perché irregolari, quindi l'Italia è costretta a farsene carico, subendone le violenze.

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