Di presepi, in questi giorni che precedono la festa, se ne vedono tanti. Non esiste un "galateo" per realizzare quello perfetto, purché vengano rispettate le basi (quindi la Sacra famiglia) e non venga strumentalizzato politicamente, soprattutto se esposto in luogo pubblico. Quel che, però, è accaduto in una scuola elementare del monregalese fa riflettere, perché una quinta classe ha realizzato il suo elaborato in vista del Natale in chiave pro Pal o, meglio, in chiave Flotilla. Infatti, i gruppi di figure del presepe che scivolano sulle finte acque realizzate dai bambino, sono adagiate ognuna su una barca, per creare quello ch potrebbe definirsi "effetto Flotilla".
Il presepe, poi, è accompagnato da un messaggio: "Un mare di accoglienza per un Natale di pace". L'idea può anche essere bella nella sua simbologia, ma è il messaggio politico che stona con quello che dei ragazzini di quinta elementare, che hanno al massimo 10 anni, possono conoscere e sapere di quella vicenda, a meno che gli adulti non abbiano parlato loro della Flotilla. E, infatti, come riportano le cronache locali (qui le foto), questo presepe è il frutto "nato dalle riflessioni fatte in classe e dall’attenzione dei ragazzi verso ciò che accade oggi nel mondo".
Altre scuole hanno addirittura cancellato le tradizioni culturali di questo Paese.
Molti istituti, infatti, scelgono di non fare il presepe per non turbare la sensibilità dei bambini (e dei genitori, soprattutto loro) stranieri, e arrivano addirittura ad auto-censurarsi cancellando la parola "Gesù", e qualunque altro riferimento religioso e biblico dai canti natalizi.