Dalle e-mail esclusive, depositate da Ranieri Guerra nella commissione Covid presieduta dal senatore Fdi Marco Lisei emergono nuovi imbarazzanti dettagli sulla mancata donazione di 10mila dosi di monoclonali all’Italia di cui ha scritto ieri il Giornale, che ha intercettato in commissione d’inchiesta covid. Il 19 ottobre 2020 il prof. Silvestri, il virologo di Atlanta (USA), convoca una riunione virtuale con Aifa per il 28 ottobre 2020, mettendo in copia i soggetti istituzionali competenti: Giuseppe Ippolito per l’Istituto Spallanzani, Giovanni Rezza per il ministero della Salute, il professor Franco Locatelli per il Consiglio superiore della Sanità, e confermando anche che il dottor Domenico Mantoan, all’epoca presidente di Aifa, che aveva contattato separatamente Lily per avere ulteriori informazioni. La riunione viene poi posticipata di un giorno su richiesta dell’ex direttore di Aifa e di cui, proprio sulla vicenda dei monoclonali, il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ha chiesto la testa come dichiarato da lui stesso durante l’audizione degli scorsi giorni in commissione Covid.
Il giorno dopo la riunione, ovvero il 30 ottobre 2020, il prof. Silvestri scrive ancora a Guerra e Rezza chiedendogli di intercedere per incontrare Speranza, specificando che muoversi in anticipo avrebbe potuto scongiurare anche eventuali chiusure in vista della seconda ondata. Chiusure che sarebbero avvenute da lì a breve: «Cari Ranieri e Gianni, ho riflettuto molto su quello che è successo ieri durante la chiamata con Aifa e Lilly, soprattutto il comportamento di Ippolito (poiché Magrini alla fine ha fatto una mezza virata verso la ragione), e ne ho parlato a lungo al telefono con Antinori, che mi ha confermato non solo l’assurdità delle obiezioni “scientifiche” di Beppe all’uso degli anticorpi, ma anche il fatto che questo sabotaggio stia avvenendo secondo lui per salvaguardare il business futuro di Rappuoli (Rino, ndr) e Tls (come mi aveva già detto Gianni al telefono)». Piccola premessa: Rino Rappuoli è il direttore Scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena, della quale fa parte anche il Centro nazionale anti pandemico (Cnap), Tls sta per Toscana Life Sciences.
Prosegue Silvestri: «Considerata la gravità della situazione - non solo per il virus ma anche per i danni sociali che potranno venire da provvedimenti di chiusura - credo che sia mio dovere morale, come uomo prima ancora che da medico e scienziato, parlare direttamente con il ministro Speranza e spiegargli la situazione. Per questo vi chiedo, visti i vostri diretti e frequenti contatti con lui, se potete aiutarmi in questo senso».
Ma, come anticipato ieri da il Giornale, il Tls appare anche in un’altra e-mail, questa volta al veleno, che lo stesso Silvestri indirizza sempre a Guerra e Rezza il 21 dicembre 2020, quando la donazione gratuita è sfumata, tirando in ballo la stessa politica: «Carissimi, Come penso saprete, alcuni giorni fa Lilly Italia, esasperata dalle “collusioni” di Tls, ha passato la storia di Aifa al “Fatto Quotidiano”, che l’ha raccontata in modo duro ma sostanzialmente veritiero. Pare ci siano dietro questioni politiche tra Pd, M5s e renziani che non conosco e nemmeno mi interessano. Io tengo un profilo basso, e personalmente avrei aspettato a fare uscire lo scandalo, ma ho la coscienza limpida e se interrogato non posso non dire la verità, per il Paese, per i malati e per me stesso»
La questione è delicata perché, come risponderà Rezza a Silvestri, «questi monoclonali non rappresentano la soluzione definitiva al problema, ma anche che, sino ad oggi, rappresentano lo strumento che ha prodotti migliori risultati in termini di evidenze scientifiche». E sono state proprio le evidenze scientifiche a far mobilitare il prof. Silvestri rispetto alla donazione di 10mila monoclonali all’Italia sin dal 9 ottobre.
Ma che c’entra la politica? Nella relazione annuale della Corte dei Conti 2021, si legge che «il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 (Domenico Arcuri), dopo una approfondita analisi delle attività di sviluppo e dello stato avanzato della ricerca fino ad allora posta in essere, aveva individuato e proposto due società, la Toscana Life Science Sviluppo s.r.l. e la ReiThera s.r.l., a suo dire idonee a garantire un rafforzamento dell’industria in Italia, anche in termini di proseguimento del processo di ricerca e sviluppo, rispettivamente, di anticorpi monoclonali e vaccini utili a debellare il Covid-19».
Attenzione bene alle date: il 27 dicembre 2020 (quindi sei giorni dopo l’e-mail in cui Silvestri riferiva di una interferenza di Pd, M5s e renziani nella vicenda dei monoclonali, «di concerto con il ministro della Salute e il Mise e su proposta del Commissario Arcuri, il Mef ha decretato la sottoscrizione, da parte dell’Agenzia, di quote di capitale di Toscana Life Science Sviluppo s.r.l. e ReiThera s.r.l., ai sensi dell’articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126». E ancora. «Il 26 febbraio 2021 la società capogruppo ha acquistato una partecipazione in Tls Sviluppo attraverso la sottoscrizione dell’aumento di capitale per 15 milioni, con una quota pari al 30 per cento».
Siamo all’11 gennaio 2021, ovvero dodici giorni dopo la formalizzazione da parte di Mef, ministero della Salute e Mise della proposta di Arcuri di sottoscrivere quote di capitale di Toscana Life Science Sviluppo s.r.l. , le cronache locali riportano di un accordo triangolare su vaccini e monoclonali: ovvero quello di Toscana Life Science Sviluppo s.r.l, Agenzia Industrie Difesa e lo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze (città della quale Nardella era sindaco all’epoca). Si sarebbe trattato di un accordo quinquennale che mirava «alla realizzazione di alcuni asset produttivi innovativi con i quali produrre, sia in condizioni ordinarie che nell’emergenza, farmaci e vaccini essenziali per rispondere a eventuali pandemie, come gli anticorpi monoclonali sviluppati da Tls, oppure alcuni antidoti».
Nel comunicato congiunto che conferma il ruolo di Tls nella produzione di monoclonali, Andrea Paolini, direttore generale di Toscana Life Sciences, rimarca anche un inciso di profonda valenza politica: «Questa collaborazione rafforza i nostri legami già nati nell’ambito di progettualità coordinate dalla Regione Toscana e ci permette di estendere a livello nazionale il contributo che possiamo dare unendo le forze e le competenze».
Ma cosa c’entra la politica? Lo dimostra un comunicato su Facebook della sezione del Partito democratico di Siena: «Tls è una realtà nata e cresciuta grazie al progetto e alle politiche del Partito democratico, che ha creduto fin dall’inizio nel potenziale strategico di questo settore per lo sviluppo economico e occupazionale della città e della Toscana».