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Sgarbi annienta il murale choc: "Era una bestemmia"

Il sottosegretario alla Cultura contro il murale davanti a una chiesa di Rimini: "È stato giusto cancellarlo"

Il murale di Rimini cancellato nelle scorse ore
Il murale di Rimini cancellato nelle scorse ore

Il murale comparso nei giorni scorsi davanti ad una chiesa di Rimini, che raffigurava un uomo intento ad allattare un bebè, è stato cancellato ieri da ignoti. Le polemiche tuttavia, da una parte e dall'altra, non si sono ancora placate. L'ultimo ad intervenire in ordine cronologico è stato Vittorio Sgarbi e lo ha fatto esprimendo un giudizio senza mezzi termini sulla propria pagina Facebook: "Quel murale era una bestemmia, giusto coprirlo". Una presa di posizione netta e chiara quella del sottosegretario alla Cultura, il quale ha fatto presente come quell'opera realizzata dall'artista Oliver Vicenzi (conosciuto con il nome d'arte di Kage) violasse a suo avviso troppi elementi sacri. Il sindaco di centrosinistra Jamil Sadegholvaad si era al contrario scagliato contro chi ha coperto il murale con la vernice bianca, annunciando l'impegno da parte del Comune di individuare i responsabili dell'azione "per dare loro delle merde".

E Sgarbi non ha risparmiato alcune "stoccate" ai principali protagonisti della vicenda, dal primo cittadino del PD all'artista. “Jamil è una brava persona, ma ha sbagliato ad assumere questa posizione. Sono sicuro che il suo predecessore Andrea Gnassi non lo avrebbe mai fatto - ha dichiarato in un'intervista rilasciata al sito RiminiToday.it - si tratta però di una storia dalla quale tutti usciranno vincitori. Da un lato vince il decoro, perché quel murale non poteva essere lasciato lì. Dall’altro, il pittore avrà lo spazio per fare la vittima di fronte a quella che è già stata ribattezzata come una censura. Non so chi abbia cancellato il disegno, ma non mi stupirei se a cancellarlo fosse stato l’autore stesso”. L'uscita dell'amministrazione di centrosinistra non è ovviamente piaciuta nemmeno alla Lega, al netto del precedente botta e risposta fra il consigliere regionale Matteo Montevecchi e il sindaco "dem".

E Gilberto Giani, segretario comunale del Carroccio a Rimini, pur non risparmiando una "tirata d'orecchi" a chi ha imbiancato il murale (perché l'accaduto rischia a suo avviso di ottenere l'effetto opposto, dando ulteriore credito ai movimenti LGBT) si è scagliato contro Sadegholvaad. "La funzione di un sindaco dovrebbe essere quella di “mediare” fra le posizioni dei propri cittadini - le sue parole, espresse in una nota - una volta tanto avrebbe potuto rilevare, se non la divisività del tema, quantomeno l’inopportunità del sito nel quale è stato realizzato il murale, a pochi metri da una chiesa. Prendiamo atto che nell’animo del primo cittadino non c’è alcuna voglia di mediare. Perché se non fosse così, ci sarebbe da dubitare sulle capacità di comprendere che certe raffigurazioni esposte in faccia ad un edificio di culto possono portare ad accese proteste.

A mio parere più che comprensibili".

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