Cronaca locale

"Potremo dare della m...da ai responsabili". Cancellato a Rimini il murale dell'uomo che allatta il bebè

L'intervento nella notte a opera di ignoti dopo che nei giorni scorsi erano scoppiate pesanti polemiche. Scontro a distanza tra il sindaco del Pd e il consigliere della Lega

"Potremo dare della m...da ai responsabili". Cancellato a Rimini il murale dell'uomo che allatta il bebè

Il murale della discordia di Rimini è stato cancellato. La scorsa notte degli ignoti sono intervenuti in via Savonarola e hanno coperto con della vernice bianca l'opera che raffigurava un uomo, con una lunga barba incolta, che allatta un bambino. Il graffito, autorizzato dal Comune, era stato ultimato sabato 1° aprile da Oliver Vicenzi - il cui nome d'arte è Kage - artista e attivista del centro sociale Grotta rossa. A caratteri cubitali si legge: "Equacity". Il murale aveva creato non poche polemiche nella città romagnola visto che compariva davanti a una chiesa ed era ben visibile dalla linea ferroviaria. Una provocazione a favore della teoria gender.

La condanna del sindaco di Rimini

In mattinata è arrivata, via social, la condanna del gesto da parte del sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad (Partito Democratico), che aveva difeso l'opera muraria da lui stesso istituzionalmente consentita. "Le sentinelle della libertà hanno provveduto alla liberazione di Rimini passando una mano di vernice bianca sul murale di via Savonarola. Savonarola non a caso. - dice sarcasticamente il primo cittadino - C'è sempre un rogo, o un pennello che censura e cancella, nella testa degli intolleranti e dei violenti. Quelli che tra loro si chiamano difensori sempre di qualcosa: della città, del buongusto, del genere, della razza, della bellezza (la loro) contro il brutto (degli altri). Umana pietà per queste povere persone, per la vita che fanno: il bianco della loro vernice è l'assenza di colore della loro vita". Il Comune di Rimini, come ha assicurato il sindaco Sadegholvaad, ha già chiesto alle forze dell'ordine di visionare le immagini delle telecamere della zona "per individuare i responsabili. Poi potremo dare della 'merda' a chi ha compiuto il suo capolavoro notturno imbrattando di vernice le scalette del porto canale”.

Le critiche al murale da parte del centrodestra

Nei giorni scorsi il murale era stato pesantemente criticato dall’opposizione locale di centrodestra. "È frutto della peggior ideologia perversa transfemminista. Mi chiedo: il Comune ha l'autorizzazione per questa provocazione? O ci troviamo davanti a un'amministrazione compiacente, visto che non ha mai fatto pulire queste e altre imbrattature, come quella con la bandiera transgender comparsa l'anno scorso prima del Rimini gay pride?", si chiede Matteo Montevecchi, consigliere regionale leghista. Un cittadino riminese, sentito dal Quotidiano Nazionale, si era detto allibito dalla comparsa del murale. "Mia figlia di 5 anni mi ha chiesto come è possibile che un uomo allatti un bebè. Che cosa le rispondo? Un conto è l’inclusione, che dev’essere sacrosanta. Un altro è il dover imporre a tutta la città la cultura Lgbt, per di più in un luogo ad alta affluenza turistica e di alto passaggio, visto che il murale è visibile dalla linea ferroviaria".

Il botta e risposta tra Sadegholvaad e Montevecchi

Tra Jamil Sadegholvaad e Matteo Montevecchi è poi scoppiato un duro botta e risposta. "C'è sempre un Montevecchi di turno che - sottolinea il sindaco di Rimini - chiede di passare una mano di vernice sulla storia, sulle storie, sull'arte, riuscita o meno fa poca differenza, nel nome di un proprio pensiero. Lo avrebbe fatto, certamente, anche per Caravaggio e Michelangelo - va dritto all'interlocutore il primo cittadino -. Figuriamoci per un collettivo di writer riminesi che interpreta simbolicamente l’attualità operando su alcuni spazi messi a disposizione dall’amministrazione comunale di Rimini.

Pronta la replica dell’esponente della Lega nella Regione Emilia-Romagna. "Il 'Montevecchi di turno' non crede che il papà sia la persona senza emozioni che tu ritieni che noi pensiamo. Il papà è un uomo che ama tanto i propri figli e che è disposto a dare la vita per loro, ma ciò non significa sostituirsi alla madre: il seno materno non lo concede il padre, come vorrebbe il murales. Parità non significa cancellare le differenze, che sono una ricchezza.

Padre e madre - sottolinea Montevecchi - sono diversi e complementari con il proprio e indispensabile ruolo e con il proprio unico amore".

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