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Nessun simbolo religioso e stella cometa al bando: così in provincia di Bergamo si cancella il Natale

La richiesta in una scuola, dove la stella cometa viene definita "troppo religiosa": nelle scuole e nei comuni il Natale diventa laico

Nessun simbolo religioso e stella cometa al bando: così in provincia di Bergamo si cancella il Natale
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Di anno in anno l'Europa, e con essa l'Italia, sembra voler abdicare alle proprie radici, rinunciando alle proprie tradizioni cattoliche e cristiane. Lo si evince soprattutto quando si avvicina il Natale, perché è allora che iniziano i problemi e le paranoie di chi vuole essere inclusivo a tutti i costi. A Bruxelles, per esempio, per non turbare i musulmani le statue del presepe sono state realizzate senza volto, e il Gesù Bambino è stato perfino decapitato. A Genova hanno risolto il problema alla base, eliminando il Presepe dal Comune. A Grosseto, invece, le maestre hanno eliminato il riferimento ai doni inviati da Gesù Bambino nella versione italiana di "Don Don Dan", sostituendolo con un generico "buon Natal".

In provincia di Bergamo, "un istituto ha raccomandato agli insegnanti di togliere qualsiasi riferimento religioso dai canti di Natale. L’indicazione è di togliere ogni collegamento alla nascita di Gesù da canzoni e poesie legate al periodo natalizio". Questa la denuncia di Silvia Sardone, vicesegretario della Lega, che ha dato notizia di una segnalazione ricevuta nel novero di quelle relative alle acrobazie che, da tempo, docenti e politici di sinistra fanno per rendere i festeggiamenti del Natale meno cristiani possibile.

Insomma, dice Sardone, "recita sì ma depurata da parole natività, Gesù, Maria, stella cometa etc. Ma non è finita qui, perché anche le decorazioni nelle aule non devono essere collegate alle nostre tradizioni: bandita la stella cometa, descritta come 'simbolo troppo religioso'". Le ragioni sono da ricercare il più delle volte nella volontà di non escludere, così viene spiegato, chi non è di religione cattolica: un intento inclusivo, secondo le intenzioni, che però di fatto cancella ciò che è sempre stata una delle più importanti festività cattoliche, ossia la nascita di Gesù. "Non bisogna urtare la sensibilità delle famiglie non italiane in quanto oltre la metà degli alunni è di origine straniera.

Siamo al paradosso: noi in Italia dobbiamo cancellare le nostre tradizioni e calpestare la nostra identità per non dare fastidio ai 'nuovi arrivati'? Non possiamo restare in silenzio davanti a questo ennesimo sfregio della nostra cultura e delle nostre radici", conclude Sardone.

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