
L'occupazione del Leoncavallo dura da anni e lo scorso marzo il Viminale è stato costretto, tramite la prefettura di Milano, a risarcire i legittimi proprietari dell'immobile di cui non hanno più disponibilità con quasi 3.2 milioni di euro. Soldi che, ovviamente, il ministero dell'Interno rivuole rivalendosi sull'associazione che ufficialmente ha l'uso abusivo dell'immobile, ossia le Mamme Antifasciste. Ma il suo presidente, Marina Boer, durante un evento del Corriere della sera ha detto che può pagare quanto chiesto dal Viminale tramite ingiunzione. "Io vivo di pensione. Come pensano di potersi rivalere?", ha dichiarato la donna, lasciando intendere che da parte sua non ci sarà pagamento. Il Ministero dovrà intentare una causa civile e si potrebbe arrivare al pignoramento di eventuali beni, che difficilmente arriverebbero alla cifra necessaria. Secondo lei, per altro, "questa ingiunzione denota un atteggiamento di chiusura da parte del Ministero nei nostri confronti".
Una rivalsa di legge, a fronte di una occupazione abusiva diventa un "atteggiamento di chiusura" da parte del Ministero, che forse in quella logica dovrebbe pagare quanto deciso da un giudice e tacere, usando i soldi dei cittadini per garantire agli occupanti illegali di continuare la propria attività. Secondo Boer, "ridurre la questione a una vicenda personale tra me e il Viminale deforma la realtà e non tiene conto del valore storico e collettivo del centro sociale. Senza il Leoncavallo, come anche altri spazi culturali, Milano è un manichino vuoto". Chissà cosa ne pensano tutti quegli spazi culturali che per esistere pagano gli affitti o comprano gli spazi, pagando tutto il necessario, di questa definizione fatta da parte di chi vuole di esistere senza pagare il giusto costo.
A detta del presidente, "non è colpa nostra se lo sgombero non è stato eseguito in questi anni: non ci siamo messi di traverso, in modo tale da impedire di eseguire lo sfratto" e l'avvocato che difende le "mamme del Leoncavallo" aggiunge che "sia difficile dimostrare che il Viminale non ha potuto eseguire lo sfratto per colpa delle
mamme del Leoncavallo". Nel frattempo, però, il 15 luglio il ministero dell'Interno tenterà di fare l'ennesimo sfratto del centro sociale, con la speranza di riuscire ad arrivare al definitivo sgombero entro fine anno.