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Sono oltre 5,4 milioni gli stranieri che vivono in Italia: la maggior parte in condizioni di marginalità

Si tratta, si legge nel 59° Rapporto, del "9,2% della popolazione residente". Il 63% degli italiani pensa che i flussi in ingresso degli immigrati vadano limitati

Sono oltre 5,4 milioni gli stranieri che vivono in Italia: la maggior parte in condizioni di marginalità
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"Sono più di 5,4 milioni gli stranieri che vivono in Italia (il 9,2% della popolazione residente), ma la gran parte si trova in condizioni di marginalità". Sono alcuni dei dati che emergono dal 59° Rapporto Censis.

I numeri sui lavoratori stranieri

"Il 29,0% dei lavoratori stranieri - si legge ancora - (che sono in totale 2.514.000, ovvero il 10,5% degli occupati) è a tempo determinato o ha un impiego part time involontario (tra gli italiani la quota corrispondente si ferma al 17,2%). Il 29,4% svolge un lavoro non qualificato (l’8,0% tra gli italiani) e il 55,4% degli occupati stranieri laureati risulta sovraqualificato, ovvero possiede un titolo di studio troppo elevato per il lavoro svolto (il 18,7% tra gli italiani)".

Il 35,6% degli stranieri vive sotto la soglia della povertà assoluta

"Il 35,6% degli stranieri vive sotto la soglia della povertà assoluta (il 7,4% tra gli italiani). Siamo inclini a guardare con favore gli stranieri quando svolgono lavori faticosi e poco qualificati, o quando accudiscono gli anziani e i bambini, ma non siamo propensi a concedere loro gli stessi diritti di cittadinanza degli autoctoni.

Per il 53% degli italiani va limitato il flusso d'ingresso degli immigrati

Il 63% degli italiani pensa che i flussi in ingresso degli immigrati vadano limitati, il 59% è convinto che un quartiere si degrada quando sono presenti tanti immigrati, il 54% percepisce gli stranieri come un pericolo per l'identità e la cultura nazionali, solo il 37% consentirebbe l'accesso ai concorsi pubblici a chi non possiede la cittadinanza italiana e solo il 38% è favorevole a concedere agli stranieri il voto alle elezioni amministrative.

Parlando invece dei residenti nell'ultimo decennio sono aumentati soprattutto a Parma (+4,9%), Prato (+3,8%), Latina (+3,7%), Mantova (+3,6%), Brescia (+3,5%). Due sono i driver che spingono la marcia in avanti: le opportunità di lavoro e la presenza di stranieri. Tra le aree metropolitane, 11 hanno visto ridursi i propri abitanti tra il 2014 e il 2024 (da un minimo del -1,6% di Firenze a un massimo del -7,1% di Messina), Roma è stabile (+0,2%), Milano (+1,9%) e Bologna (+1,9%) sono cresciute.

Roma la città con più reati

Dal rapporto, emerge anche che Roma è al primo posto in Italia per numero di reati commessi (271.779 nel 2024), seguita da Milano (226.860 reati). Anche in rapporto al numero di residenti, al primo posto c'è Milano (con 69,9 reati ogni 1.000 abitanti) e Roma è al terzo posto (con 64,3 reati ogni 1.000 abitanti). Dai dati risulta che però nel primo semestre del 2025 i reati commessi a Roma si sono ridotti del 7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e a Milano dello 0,9%.

A gonfiare il dato relativo ai furti nella Capitale sono i borseggi: nel 2024 ne sono stati denunciati 33.468, il 23,8% del totale nazionale, compiuti a un ritmo di 92 al giorno. Preoccupante è il dato sulle violenze sessuali - viene evidenziato nel report - che a Milano nel 2024 sono state 691 (circa il 10% del totale nazionale), con un incremento del 67,3% rispetto al 2019, e a Roma 510, in crescita del 22,3%. Ma nel 2025 sono in diminuzione: nel primo semestre c'è un calo del 20,8% a Milano e del 16,2% a Roma. Il 74,6% dei 18-34enni afferma che negli ultimi cinque anni girare per strada è diventato più pericoloso, il 67,1% quando torna a casa di notte ha paura e il 52% ha rinunciato almeno una volta a uscire per timore che potesse accadergli qualcosa di grave. Quanto agli infortuni sul lavoro, nel 2024 in Italia ne sono stati denunciati 518.497: 22 ogni 1.000 occupati. Di questi, 1.191 hanno avuto un esito mortale.

In Italia nel 2024 più di 500mila infortuni sul lavoro, oltre 1000 mortali

Il Rapporto del Censis offre una fotografi anche sugli infortuni sul lavoro. "Nel 2024 in Italia sono stati denunciati 518.497 infortuni sul lavoro, 22 ogni 1.000 occupati. Di questi, 1.191 hanno avuto un esito mortale". "Negli ultimi dieci anni - si legge ancora nel Rapporto - gli occupati sono aumentati (+9,2% dal 2014 al 2024) e gli infortuni si sono ridotti (-10,7%), ma quelli mortali sono in lieve aumento (+0,8% nel decennio). Nel primo semestre del 2025 gli infortuni sul lavoro sono stati 249.549, diminuiti dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Aumentano invece i casi mortali: sono stati 495, il 7,1% in più. Nel 2024 si sono registrate anche 88.384 malattie professionali: 3,7 ogni 1.000 occupati, in crescita del 54,1% negli ultimi dieci anni e del 21,8% solo nell’ultimo anno. Nei primi sei mesi del 2025 le malattie professionali aumentano ancora del 12,0%. Il primo fattore di rischio sul lavoro è dato dal genere: nell’ultimo anno il 65,1% degli infortuni è occorso a uomini e il 92,0% dei morti sul lavoro era di sesso maschile. Inoltre, gli incidenti sul lavoro sono più frequenti tra gli stranieri: nel 2024 il 23,0% di tutti gli infortuni ha riguardato un lavoratore straniero, ma gli occupati di nazionalità estera rappresentano solo il 10,5% del totale dei lavoratori.

Un altro fattore di rischio è legato all’età: nel 2024 gli infortuni che hanno coinvolto i giovani di 15-24 anni sono stati 62.050, il 12,0% del totale (61 sono stati mortali), ma gli occupati in quella fascia di età erano solo il 4,8% del totale".

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