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"Nessun ordine di andare in Libia": così la Guardia Costiera smaschera la Ong

La Ong Sea Watch accusa la Guardia Costiera di aver respinto una nave piena di migranti. Ma la versione dei fatti è un'altra: "Mai dato ordini. Soccorso gestito dalla Libia"

"Nessun ordine di andare in Libia": così la Guardia Costiera smaschera la Ong

La Ong Sea Watch denuncia un "respingimento illegale" verso la Libia di una trentina di persone che sarebbe avvenuto nella serata del 28 aprile. "La nave mercantile Grimstad ha soccorso un'imbarcazione in difficoltà con circa 30 persone avvistata ieri da Seabird dopo che la Libia aveva negato di essere autorità responsabile", scrive su Twitter la Ong accusando poi direttamente l'Italia. Sea Watch aggiunge che successivamente una motovedetta libica "ha trasbordato i naufraghi salvati dal mercantile Grimstad" e dunque il Centro di coordinamento dei soccorsi di Roma "avrebbe spinto il comandante a fare la stessa cosa per cui quello della Asso 28 fu condannato a un anno di carcere dall'Italia nel 2021".

La dura replica della Guardia Costiera

"Nessuna indicazione, né ordini di raggiungere la Libia". La Ong accusa e la Guardia Costiera italiana replica. Nessun respingimento dei migranti salvati dalla nave mercantile, battente bandiera delle Bahamas. Secondo la ricostruzione della Guardia Costiera, la richiesta di soccorso è stata lanciata dai migranti a circa 50 miglia dalle coste libiche e quindi, all’interno dell’area di responsabilità SAR libica. Pertanto le operazioni di salvataggio e la loro conclusione, sono avvenute sotto la responsabilità e il coordinamento della Guardia Costiera libica.

"È opportuno precisare - spiega la Guardia Costiera -, che nel caso specifico l’Autorità coordinatrice libica, costantemente in contatto con la nave, non ha ritenuto necessario richiedere supporto ad altre Autorità internazionali per svolgere le operazioni di soccorso. Successivamente, a quanto si è potuto apprendere, il comando di bordo della nave Grimstad, su indicazioni impartite dalla guardia costiera libica – per il tramite della compagnia di navigazione della nave - a conclusione del salvataggio, ha proseguito la navigazione per raggiungere la rada antistante il terminal di Zueitina (Libia) dove un’unità della guardia costiera libica avrebbe effettuato il trasbordo dei migranti".

La ricostruzione

La Guardia costiera italiana, e nella fattispecie la sua Centrale Operativa (IMRCC Roma), in base alle sue competenze e alle norme di diritto internazionale, nella giornata di ieri è rimasta costantemente in contatto con i soccorritori e con le persone in pericolo "fino a ricevere le assicurazioni dell’avvenuto salvataggio di tutte le persone in pericolo, allo scopo di monitorare i risultati delle operazioni".

Nei contatti avvenuti con la nave in questione, è sempre stato suggerito alla nave di attenersi alle indicazioni dell’Autorità coordinatrice e della propria compagnia di navigazione, anch’essa costantemente in contatto con le autorità libiche.

Per quanto sopra, la Guardia costiera italiana ribadisce "di non aver mai dato indicazioni, o meglio ancora ordini, al comando della nave di raggiungere, dopo aver effettuato il soccorso dei migranti, le coste della Libia".

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