"L'occupazione va difesa col sangue". "Leonka moderato". Gli antagonisti minacciano Milano

Da più parti il "Leonka" è accusato di essere troppo moderato e viene spinto a riprendere forza: "Ogni occupazione va difesa: con l’inchiostro, con lo sputo, col sudore, col sangue"

"L'occupazione va difesa col sangue". "Leonka moderato". Gli antagonisti minacciano Milano
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Il Leoncavallo ha chiamato alla mobilitazione nazionale il prossimo 6 settembre contro lo sgombero della sede di via Watteau a Milano dopo 31 anni di occupazione abusiva. I legittimi proprietari sono finalmente tornati in possesso della struttura e ora il centro sociale attende che il Comune di Milano dia loro in regalo una nuova sede, perché di pagarne una con i propri soldi come fa chiunque altro non se ne parla nemmeno. Ma potrebbero esserci dei problemi per la mobilitazione, perché gli ambienti antagonisti accusano il "Leonka" di aver assunto una deriva troppo moderata dopo negli ultimi anni e di essersi in qualche modo adagiati nel conformismo. L'accusa di non essere più "duri e puri" arriva da più parti al centro sociale, come si legge nei proclami delle realtà antagoniste che chiedono garanzie al Leoncavallo di riprendere la lotta e di non essere un mero centro ricreativo.

Il Leoncavallo, dicono, è "(già da troppo tempo) 'non pervenuto' nelle lotte sociali" ma, si legge in un altro passaggio, "in casi come questo, dopo aver subito una mazzata considerevole, viene spesso da dire 'potrebbe essere comunque l’occasione per una ripartenza". Tuttavia, scrivono ancora dalle frange antagoniste e anarchiche, "per cogliere questo tipo di occasioni ci vorrebbe la disponibilità di un discreto quantitativo di 'sale in zucca' (tradotto potrebbe dirsi pure 'maturità politica')".

La speranza, proseguono, è "che ci sia" e per questo motivo stimolano il Leoncavallo ad agire prendendo in prestito le parole di un cantautore, Alessio Lega, che non lasciano spazio a interpretazioni su ciò che dagli ambienti antagonisti si aspettano dal Leoncavallo: "Ora la lotta, la resistenza, il rifiuto. Nessuno sgombero è accettabile, ogni occupazione va difesa: con l’inchiostro, con lo sputo, col sudore, col sangue. Ogni discussione critica sull’oggetto dello sgombero – utile, velleitaria, dolorosa, rancorosa – si fa fino al giorno prima dell’attacco, dal giorno appresso la riconquista. Ora solo la lotta".

Il corteo del 6 settembre, al quale si prevede che parteciperanno alcune migliaia di antagonisti, "può veramente essere l’occasione per la ripartenza di una intelligenza collettiva che ha delle cose da dire sulle trasformazioni delle città (portate avanti anche dal centro-sinistra)".

Un corteo, dicono, che non vuole "dare credito a una sinistra istituzionale sempre più bollita, ma per urlare in faccia alla Meloni, Salvini e Piantedosi che nessun sgombero può cancellare un’idea ancora viva di libertà e giustizia sociale, che il conto non si è chiuso la mattina del 21 agosto".

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