
Papa Leone XIV stamani si è recato in visita al Quirinale per incontrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il colloquio privato tra i due è durato oltre mezz'ora. "È un privilegio e motivo di grande emozione accoglierla al Quirinale - ha detto Mattarella -. Questa cerimonia vuol suggellare il legame imprescindibile tra santa sede e Italia". Il santo padre nel ringraziare il presidente ha detto che al Quirinale "tanto sono legate la storia della Chiesa cattolica e la memoria di numerosi pontefici”.
Lo scambio dei doni
Il pontefice ha donato al Capo dello Stato un mosaico raffigurante il Colosseo, opera dello Studio del Mosaico Vaticano, e una copia autografata con dedica dell'Esortazione apostolica "Dilexi te". Mattarella, invece, ha regalato al Papa un'acquaforte della seconda metà del XVII secolo, che riproduce la scultura di Alessandro Algardi (1598-1654) per l'altare di San Leone Magno nella Basilica Vaticana, e una biografia di santa Rosa da Lima del 1827.
La pace e il Medio Oriente
Tra gli argomenti affrontati nel colloquio c'è anche la questione mediorientale. "La liberazione degli ostaggi rimasti in vita è di grande valore e coinvolge quanti hanno a cuore civiltà e dignità delle persone - ha detto Mattarella - rivolgendo un pensiero a coloro che sono morti in quella crudele condizione di prigionia. Il cessate il fuoco a Gaza consente di iniziare a porre riparo a quella popolazione civile, così provata da brutale sofferenza. Ci auguriamo che il negoziato in atto sulle tappe successive si concluda positivamente e conduca, al più presto, a un’interruzione definitiva delle ostilità e delle violenze nella Striscia, a beneficio anche della generale stabilità del Medio Oriente e dei Luoghi Santi, per rilanciare la soluzione di uno Stato per ciascuno di due popoli, la sola in grado di consentire la possibilità di un futuro in cui tutti – Israele e Palestina - trovino pace e sicurezza. Vorrei riaffermare - ha aggiunto - che la pace vera, duratura, risiede nell’animo dei popoli. Diversamente, sotto la cenere della fine delle violenze cova il rancore, pronto a divampare nuovamente alla prima occasione che possa essere sfruttata, per rendersi conto allora che la fine delle violenze si trasforma, purtroppo, in una parentesi tra due esplosioni".
"L'aggressione russa su larga scala in Ucraina - ha detto Mattarella - a distanza di quasi quattro anni continua a mietere vittime civili innumerevoli, a seminare morte e distruzione, a gettare una inquietante ombra di insicurezza sull'intero continente europeo".
Il ruolo dell'Europa
"Un'indicazione di grande significato proviene dall'Europa - prosegue Mattarella - e dalla sua storica svolta che ha visto popoli che si erano a lungo duramente combattuti raccogliersi insieme intorno ai principi di pace e di collaborazione per un futuro comune. Un nucleo di valori, che, nei padri fondatori - molti di formazione cristiana - ha trovato ispirazione nel rispetto della dignità di ogni persona, della solidarietà, della giustizia, e che costituisce l'anima delle nostre democrazie, intese non soltanto come rispetto delle "regole del gioco", ma nella essenza più profonda di garanzia di libertà, uguaglianza, partecipazione. Tutti antidoti alla contrapposizione irriducibile, ai conflitti di ogni genere, alla guerra".
"Dignità umana inviolabile, sempre al primo posto"
"Tra pochi anni celebreremo il centenario dei Patti Lateranensi - ha ricordato Papa Leone -. A maggior ragione mi sembra giusto ribadire, in proposito, quanto sia importante la reciproca distinzione degli ambiti, a partire dalla quale, in un clima di cordiale rispetto, la Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano collaborano per il bene comune, a servizio della persona umana, la cui dignità inviolabile deve sempre stare al primo posto nei processi decisionali e nell'agire, a tutti i livelli, per lo sviluppo sociale, specialmente per la tutela dei più fragili e bisognosi".
"Dai Patti Lateranensi alleanza per il bene comune"
"In un contesto internazionale in cui sono presenti ostentazioni di un pericoloso spregio del diritto, è significativo che la relazione fra la Repubblica e la Chiesa in Italia si basi su una cornice di regole condivise e rispettate da ambo le parti", dice Mattarella. "I Patti Lateranensi, che, nel 1929, misero fine alla cosiddetta 'questione romana' e che furono inseriti, nel 1947, dall’Assemblea Costituente nella Costituzione repubblicana, l’Accordo che, nel 1984, ha pienamente allineato quadro pattizio, disposizioni della Carta fondamentale d’Italia e sviluppi promossi dalla Chiesa con il Concilio Vaticano II. Il nuovo Accordo, riflettendo una concezione matura ed equilibrata dei rapporti tra Stato e Chiesa Cattolica, afferma una piena libertà di religione e di coscienza, condizione perché la persona possa manifestare la sua dignità e, con essa, la sua vocazione alla affermazione della propria autonomia e responsabilità... La Chiesa cattolica ha svolto e continua a svolgere un’azione mirabile a sostegno delle frange più deboli della popolazione. E per questo le siamo profondamente riconoscenti. Un impegno che vediamo, quotidianamente, promuovere opere sociali di grande valore, accoglienza ai migranti, impegno per la legalità".
Leone XIV: "Grazie per l'assistenza generosa ai migranti"
"Esprimo gratitudine per l’assistenza che questo Paese offre con grande generosità ai migranti - ha detto il santo Padre - che sempre più bussano alle sue porte, come pure il suo impegno nella lotta contro il traffico di esseri umani. Si tratta di sfide complesse dei nostri tempi, di fronte alle quali l’Italia non si è mai tirata indietro. Incoraggio a mantenere sempre vivo l’atteggiamento di apertura e solidarietà. Al tempo stesso vorrei richiamare l’importanza di una costruttiva integrazione di chi arriva nei valori e nelle tradizioni della società italiana, perché il dono reciproco che si realizza in questo incontro di popoli sia veramente per l’arricchimento e il bene di tutti.
In proposito, sottolineo quanto sia prezioso, per ciascuno, amare e comunicare la propria storia e cultura, con i suoi segni e le sue espressioni: più si riconosce e si ama serenamente ciò che si è, più è facile incontrare e integrare l’altro senza paura e a cuore aperto".