Patto corruttivo dietro l'affare Conad-Auchan, nove indagati

L'ipotesi di pm e Gdf: i vertici del supermarket - parte lesa - accusati di autoriciclaggio. Nei guai il finanziere Mincione, sequestrati 36 milioni

Patto corruttivo dietro l'affare Conad-Auchan, nove indagati
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Non c’è pace nel mondo della grande distribuzione. Dopo le numerose indagini delle Procura lombarde ed emiliane nel settore della logistica adesso nel mirino dei finanzieri del Comando provinciale di Bologna è finito l’accordo Conad-Auchan. La Procura bolognese attraverso il procuratore Francesco Caleca e il sostituto procuratore Michela Guidi, ha indagato per autoriciclaggio e corruzione tra privati nove persone tra cui l’ex amministratore delegato e l’ex direttore finanziario del Conad, Francesco Pugliese e Mauro Bosio, un imprenditore operante nel settore del trasporto su strada e il finanziere italiano residente all’estero Raffaele Mincione, con Conad parte offesa nel procedimento per il reato corruttivo. Sono stati sequestrati oltre 36 milioni di euro, di cui 28,6 milioni quale potenziale profitto del possibile reato corruttivo e la parte restante, circa 7 milioni, per autoriciclaggio.

Secondo le indagini, nate dopo un esposto presentato in Procura dai rappresentanti di due cooperative socie del consorzio, ed eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna, dietro l’importante e complessa operazione di acquisizione dal player francese Auchan di numerosi e prestigiosi punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale ci sarebbero stati numerosi casi di corruzione finalizzati a ottenere indebiti vantaggi economici e contratti di trasporto e deposito stipulati con terzi fornitori di servizi.

I due ex manager Conad avrebbero prima costituito, con la complicità di propri familiari e con l’interposizione di una fiduciaria, una società di consulenza con sede a Milano; successivamente avrebbero ottenuto somme per oltre 3 milioni di euro da società di trasporto e di deposito in occasione della sottoscrizione dei contratti e per 11,3 milioni di euro da Mincione, formalmente giustificati da fittizie prestazioni di consulenza. Quest’ultimo sarebbe divenuto, tramite un proprio gruppo societario con sede in Lussemburgo, partner finanziario del consorzio nell’affare con cui, mediante una società «veicolo», è stata rilevata la sub-holding italiana del gruppo Auchan titolare di svariati supermercati e dei relativi immobili commerciali. Con tale operazione, gli immobili sono stati ceduti a fondi immobiliari gestiti dall’imprenditore e il consorzio si è inoltre impegnato a cedere a quest’ultimo al prezzo simbolico di 1 euro una parte consistente della quota di partecipazione detenuta nella società «veicolo».

L’analisi dei flussi finanziari collegati ai pagamenti corruttivi ha consentito di ricostruire come gli stessi siano stati impiegati, in larga parte, in attività di investimento effettuate con modalità tali da ostacolare la ricostruzione della provenienza delittuosa delle somme, e in parte in spese significative per attività estranee agli scopi dell’azienda, come la sistematica partecipazione alla nota manifestazione automobilistica «Mille Miglia» con un’autovettura storica acquistata proprio utilizzando i profitti illeciti.

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