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Prato, il mistero di Yixian Yang: rapito da finti agenti, è ricercato in Cina per una maxi-truffa

L'uomo è scomparso a Prato dopo essere stato portato via da due uomini che si spacciavano per agenti. La Procura indaga per scomparsa sospetta e possibile sequestro, mentre nessuna pista è esclusa

Yixian Yang (Foto social)
Yixian Yang (Foto social)

Una notte di festa, un karaoke bar affollato, una comunità che anima il fine settimana pratese. Poi l’arrivo di un’auto, due uomini che si qualificano come agenti e una scena che sembra l’inizio di un arresto ufficiale. Invece, secondo la Procura, di ufficiale non c’era proprio nulla. Da allora, di Yixian Yang, 46 anni, cittadino cinese originario dello Zhejiang e residente a Empoli, non c’è più traccia. Sono passate oltre 48 ore dalla sua misteriosa scomparsa e le domande si moltiplicano, mentre le piste investigative restano tutte aperte.

La notte della scomparsa

Yang aveva trascorso la serata di sabato insieme a due amici, un uomo e una donna, in uno dei karaoke di via Udine, zona Ovest di Prato, punto di ritrovo per molti membri della comunità cinese. Era euforico, forse alticcio, dopo ore di canti e alcol. All’uscita, secondo i testimoni, due uomini dalla fisionomia occidentale, con modi sbrigativi e tono da professionisti della sicurezza, si sono avvicinati e si sono presentati come appartenenti alle forze dell’ordine.

Gli avrebbero intimato di seguirli, per poi strattonarlo e caricarlo in auto, allontanandosi a tutta velocità. Da quel momento, silenzio assoluto. La moglie, non vedendolo rientrare, ha iniziato a chiamare gli amici e successivamente le autorità. Ma la Procura è stata chiara sin dal primo momento: nessuna forza dell’ordine italiana stava operando nella zona a quell’ora. Nessun controllo, nessun intervento programmato, nessun ordine di servizio. Quella scena, per gli inquirenti, non era un fermo ufficiale.

La vita sospesa tra Toscana e Cina

Secondo i conoscenti, Yang viveva in Toscana da circa un anno conducendo una vita apparentemente normale: un avventore abituale del karaoke, un uomo che spendeva molto in alcolici ma senza atteggiamenti problematici. Eppure, dietro l’immagine tranquilla si nascondeva una storia ben più complessa.

La moglie, gli amici e parte della comunità cinese sapevano che Yang era ricercato in patria per una presunta maxi-truffa, in particolare per un vasto giro di scommesse clandestine su WeChat, il gigantesco ecosistema digitale della diaspora cinese. Secondo le autorità del suo Paese, avrebbe gestito una rete di gioco illegale capace di generare oltre sei milioni di euro. Una cifra enorme, che lo avrebbe reso bersaglio di interessi e rivalità. Forse proprio per sfuggire al provvedimento di custodia cautelare, Yang si era trasferito in Italia, sperando di trovare un rifugio.

Le ricerche e il vuoto delle telecamere

Sin dalla denuncia, le ricerche sono scattate senza sosta. Gli investigatori stanno analizzando tabulati telefonici e movimenti bancari, mentre la zona dell’accaduto è stata passata al setaccio. Finora però, l’auto descritta dai testimoni non è stata individuata. Il quartiere è un intrico di capannoni, strade industriali tutte simili e vie ad alto scorrimento che collegano Prato e Pistoia: un ambiente perfetto per sparire senza lasciare tracce. L’assenza di immagini utili rende il caso ancora più enigmatico.

Le possibili piste

Gli inquirenti non si sbilanciano. Le ipotesi sono molte e nessuna, al momento, prevale sulle altre. Regolamento di conti interno alla comunità cinese. A Prato casi di “sequestri lampo” legati a debiti o affari illeciti non sono sconosciuti. Yang, con il suo presunto tesoro accumulato, potrebbe essere stato un bersaglio perfetto.

Un sequestro mascherato da arresto. Chi lo ha preso poteva conoscere la sua storia giudiziaria e aver scelto di simulare un intervento delle forze dell’ordine per renderlo più credibile e disorientarlo. Oppure un’azione commissionata dalla Cina? Un’ipotesi circolata nelle prime ore, ma considerata improbabile dagli esperti: troppo rischioso, troppo esposto. Più verosimile, semmai, che ex soci o complici abbiano agito dall’estero tramite intermediari.

Ancora, una fuga organizzata da lui stesso. La possibilità più estrema: che Yang abbia orchestrato una messinscena per scomparire volontariamente e tagliare ogni legame. Al momento, però, nessuna pista è confermata.

Una comunità in allarme

Prato ospita una delle maggiori comunità cinesi d’Europa, con circa 50 mila residenti. Il caso ha suscitato forte apprensione: nei locali frequentati da Yang se ne parla sottovoce, con diffidenza verso le autorità ma anche paura delle possibili ritorsioni. La famiglia è disperata e attende notizie.

Intanto la Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, ha diffuso la foto dell’uomo e un appello alla cittadinanza: "Chiunque abbia visto qualcosa o notato movimenti sospetti, contatti immediatamente i Carabinieri al numero 0574-7051".

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