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"Stava preparando un attentato in nome dell'Isis". In manette un minorenne a Bergamo

Un minorenne di origine straniera è stato arrestato a Bergamo con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo, addestramento, apologia ed istigazione a delinquere aggravate

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Operazione di polizia nella bergamasca, dove è stato disposto il fermo per un ragazzo minorenne di origine straniera radicalizzato nell'Isis. Ieri, lunedì 29 maggio, la polizia di Stato ha eseguito il fermo su disposizione della procura della Repubblica per i minorenni di Brescia e convalidato dal gip del tribunale per i minorenni. L'accusa è di associazione con finalità di terrorismo, addestramento, apologia ed istigazione a delinquere aggravate. Il minorenne è stato iscritto nel registro degli indagati e ora starà ai giudici accertare le responsabilità.

Il ragazzo era stato attenzionato da mesi dai poliziotti della Digos di Bergamo e di Brescia e del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo esterno della direzione centrale della polizia di Prevenzione per via della sua rapida radicalizzazione violenta, esternata con pubblicazione sui social network di post video volti alla propaganda jihadista che sono riconducibili all'Isis. L'attività investigativa ha potuto contare anche sul supporto del comparto Intelligence, e delle forze di polizia straniere, che hanno collaborato per far emergere l’appartenenza del minore ad una rete di giovani internauti sostenitori del Daesh, presenti in diversi Paesi d’Europa e d’America, molti dei quali sono stati tratti in arresto nelle scorse settimane. È stato un lavoro lungo e complesso per le forze di polizia, anche perché svolto a carico di un minore.

L'osservazione e il monitoraggio dell'attività del giovane è stato fondamentale per ricostruire parte di quella rete a livello internazionale ma anche per sventare un attentato nella bergamasca che lo stesso stava progettando da tempo. Infatti, stando ai risultati di indagine, il minore era pronto a passare all'azione con un atto incendiario da preparare nell'area di residenza. A seguito del sequestro dei suoi dispositivi elettronici, sono stati anche rinvenuti tantissimi contenuti riconducibili allo Stato Islamico, tra cui video di esecuzioni e manuali relativi alle armi ed al confezionamento di ordigni, che diffondeva anche sulla rete, esortando gli altri giovani internauti a passare all’azione.

Non è il primo caso di arresto per vicinanza ai gruppi estremisti islamici. Quel che colpisce in questo caso è la minore età e il fatto che il giovane sia nato e cresciuto in Italia. Questo evidenzia un allarme e un pericolo di radicalizzazione tra le seconde generazioni, che si è già manifestato in altri Paesi come Francia e Belgio.

Giovanissimi attratti dalle sirene del terrorismo, perfettamente inseriti nel tessuto sociale in cui abitano, che lo conoscono bene e per i quali la sinistra spinge affinché venga loro data indiscriminatamente la cittadinanza italiana.

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