La privacy è in salute, ma va monitorata

La digitalizzazione delle nostre vite mette ogni giorno a dura prova la tutela dei diritti e richiede regole aggiornate e condotte responsabili e consapevoli. Un’occasione per riflettere su tutti gli aspetti della difesa della privacy in Rete è stata offerta dall’Autorità per la protezione dei dati personali, che ha promosso anche quest’anno l’evento State of privacy.

La privacy è in salute, ma va monitorata
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State of privacy è stato inaugurato l’anno scorso al Museo di Pietrarsa, per il venticinquesimo compleanno dell’Autorità stessa. La privacy è in salute perché ci sono leggi che la proteggono e perché sta crescendo la consapevolezza della sua importanza, ma è necessario tenere alta la guardia ed evitare violazioni pericolose. In particolare, le nuove frontiere dell’innovazione tecnologica, come l’intelligenza artificiale, alimentano preoccupazioni per la protezione dei dati personali.

State of privacy ‘23

Nel Museo Etrusco di Villa Giulia, a Roma, si è tenuta la seconda edizione di State of privacy, una sorta di dialogo che il Garante privacy ha deciso di istituzionalizzare con i principali stakeholder pubblici e privati, con l’obiettivo di sviluppare un confronto aperto e costruttivo sul futuro della protezione dei dati e sui problemi posti dalle nuove tecnologie. Quest’anno per l’incontro, organizzato in collaborazione con le Università di Roma Tre e di Firenze, il Garante ha riunito più di 250 rappresentanti tra istituzioni nazionali e internazionali, pubbliche amministrazioni, big tech, media e servizi di comunicazione, grandi aziende, mondo finanziario, oltre naturalmente a esperti, studiosi e personalità del mondo dell’università e della ricerca scientifica. Prima della sessione plenaria, si sono svolti i lavori dei 19 tavoli tematici dedicati ad una serie di rilevanti settori: advertising, cloud, cybersecurity, diritti umani, Dpo, enforcement, genetica, intelligenza artificiale, IoT e smart cities, legal design, media e comunicazione, minori, neuroscienze, Pa digitale, procedimento legislativo, salute, servizi finanziari, sostenibilità, telemarketing. L’evento si è concluso con il lancio delle iniziative di sensibilizzazione ed educazione sul “valore privacy”, da mettere in campo nel 2024, soprattutto nel Sud e nei piccoli centri del nostro Paese.

Parte il “Privacy Tour”

Con l’impegno di diffondere la cultura della protezione dei dati personali nel Sud e nei piccoli centri del nostro Paese è partito il “Privacy Tour”. Al termine della serata di Villa Giulia, rappresentanti di istituzioni pubbliche e società private, con la loro firma hanno “messo in moto” un simbolico pulmino che con le sue iniziative raggiungerà piccoli comuni, soprattutto del Meridione, dove le persone potrebbero avere avuto meno possibilità di confrontarsi sui temi della privacy. Per scongiurare quindi il rischio di nuovi divari culturali tra chi conosce opportunità e rischi della società digitale e sa come difendersi, e chi queste conoscenze non le possiede, il Garante ha lanciato questa nuova sfida. Chi la raccoglie, si impegna a organizzare nel corso del 2024, secondo un format disegnato dall’Autorità, eventi, iniziative, percorsi di formazione, anche a distanza, che affrontino i temi della privacy e siano rivolti alle persone più esposte ai pericoli della rete, in particolare i bambini e i nativi non digitali.

Illustri adesioni al “Privacy Tour”

Dopo la firma apposta dal Presidente del Garante Pasquale Stanzione, ad impegnarsi nei progetti di sensibilizzazione collegati al “Privacy Tour” sono stati Polizia postale, Università Roma Tre, Ferrovie dello Stato Italiane, Fondazione Magna Grecia, Fondazione Telefono Azzurro, Iliad Italia, Digital Angels, @LawLab (Luiss), Società Editrice Sud - Gazzetta

del Sud - Giornale di Sicilia, Google Italia, Huawei Italia, Meta, Microsoft, Mondadori, Kaspersky, Sky Italia, TikTok, Yoox, Rai Radiotelevisione italiana, che hanno illustrato le iniziative che porteranno avanti nel 2024.

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