Incidente sulla A1, scatta il protocollo sulle maxiemergenze: cos'è e cosa prevede

Per gestire al meglio situazioni di emergenza che vedono il coinvolgimento di molte vittime esiste un piano specifico che permette di organizzare l'opera di tutti i soccorritori e di ottimizzare gli interventi.

Immagine di repertorio
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Il grave incidente stradale che si è verificato sull'autostrada A1 tra Arezzo e Valdarno, dove un tir ha saltato la corsia e ha centrato le vetture che provenivano dalla direzione opposta, ha fatto attivare il protocollo delle maxi-emergenze che viene messo in atto in questi casi per gestire al meglio una situazione di massima urgenza con numerose criticità in contemporanea. L'obiettivo è affrontare una situazione in cui la richiesta di soccorso supera temporaneamente le risorse disponibili e mantenere la filiera del soccorso efficiente ed efficace.

Le strutture di Protezione Civile nazionali, sia sanitarie che di soccorso, hanno predisposto piani di emergenza basati su scenari di rischio specifici per ogni territorio, che includono grandi incidenti stradali, come in questo caso, ma anche calamità naturali e altre fattispecie di eventi che possono avere un impatto significativo sulle strutture di emergenza. Questi piani definiscono alla perfezione ruoli, responsabilità e azioni da intraprendere in ogni singola circostanza per non perdere il controllo e garantire un servizio adeguato al fine di fornire l'assistenza adeguata a tutte le persone coinvolte.

In questa catena di azioni che si devono compiere ha un ruolo determinante il triage, che viene compiuto già sul luogo dell'incidente dai professionisti dell'emergenza. È necessario per ottimizzare l'uso delle risorse e salvare le persone con le maggiori probabilità di sopravvivenza. Vengono usati codici colore (rosso, giallo, verde e nero) per indicare la gravità e per indirizzare al meglio i pazienti nelle strutture di riferimento, alle quali mentre il paziente è in avvicinamento vengono comunicate le informazioni base per la gestione della persona al suo arrivo.

Tutti gli ospedali sono parte della rete del protocollo: non si sovraccarica mai solo una struttura ma i pazienti vengono distribuiti sulla base della disponibilità di posti letto e anche sulla base del tipo di intervento che viene richiesto, indirizzando in questo modo alle strutture più idonee per ogni caso.

Tutto questo è possibile solo se c'è un coordinamento preciso: l'organizzazione prevede una catena di comando e comunicazione chiara per evitare sovrapposizioni e garantire che le risorse, quindi Vigili del Fuoco, personale sanitario (118), Forze dell'Ordine, Protezione Civile e volontari (quando necessario) vengano utilizzate nel modo più efficiente.

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