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Il candidato col kalashnikov ci riprova e corre con il centrosinistra

Talat Chaudhry, 48enne di origini pakistane e cittadino italiano, è candidato a Brescia

alat Chaudhry, 48enne di origini pakistane e cittadino italiano, prova ad entrare in consiglio comunale a Brescia
alat Chaudhry, 48enne di origini pakistane e cittadino italiano, prova ad entrare in consiglio comunale a Brescia

Era stato ribattezzato il candidato con il kalashnikov per una fotografia pubblicata sui suoi social nella quale, vestito con gli abiti tradizionali del paese di origine, imbracciava liberamente e senza remore armi da guerra. Nel 2018 venne poi eletto non senza polemiche in uno dei consigli di quartiere della città nonostante il sindaco Pd di Brescia Emilio Del Bono, oggi vice presidente del Consiglio regionale e decaduto da sindaco per incompatibilità, gli avesse chiesto un passo indietro.

Candidato con il centrosinistra che ne chiese la testa

Ora Talat Chaudhry, 48enne di origini pakistane e cittadino italiano, proverà ad entrare in consiglio comunale a Brescia. Il suo nome è infatti inserito nella lista civica “Morelli x Castelletti - Brescia 2030“ a sostegno di Laura Castelletti, vicesindaca proprio di Emilio Del Bono, reggente del Comune fino alle elezioni di maggio e candidata per la coalizione di centrosinistra. All’epoca dell’editto di del Bono contro la sua persona il candidato in lizza ora con la Castelletti non aveva avuto dubbi: “Io vado avanti, non mollo! Perché dovrei lasciar perdere? Per una foto? Il mio obiettivo è lavorare per la mia comunità e per tutte le altre etnie proprio come ho sempre fatto“. E così fece.

La foto incriminata e l'elezione in quartiere

Chaudhry Doga era finito in primo piano per una foto risalente al 2013 e pubblicata su Facebook che lo ritraeva mentre imbraccia un Kalashnikov. Alla fine non solo non si era ritirato ma era stato eletto nel consiglio di quartiere di Porta Cremona a Brescia con 67 voti sufficienti a garantirgli un seggio ed essere l'ultimo degli eletti.

I controlli della Digos

La Commissione Verificatrice si era dovuta esprimere sulla candidatura di Doga, quando la foto incriminata venne ripresa dai giornali, e si era espressa in modo positivo dopo i controlli della Digos.

Adesso la nuova avventura al fianco della coalizione che nel 2018 lo stigmatizzò per la fotografia armato.

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