Le autorità israeliane hanno rilasciato Khaled El Qaisi, il ricercatore italo-palestinese arrestato il 31 agosto al valico di Allenby, uno dei punti di passaggio tra lo Stato ebraico e la Giordania. La notizia, condivisa sul profilo di X di Amnesty Internazional, è stata confermata dalla moglie Francesca Antinucci. I giudici della Corte di Rishon Le Tizion hanno deciso di liberare El Qaisi a condizione rimanga nel territorio di Israele per altri sette giorni senza passaporto e a disposizione delle autorità. Pare che il 27enne si recherà a Betlemme, in Cisgiordania, da uno zio che si è offerto di fargli da garante. Le indagini sul suo conto, dunque, non sono concluse ed è ancora ignoto il motivo del suo arresto. “Stiamo attendendo di avere maggiori informazioni prima di rilasciare dichiarazioni”, ha affermato il suo avvocato Flavio Rossi Albertini.
“Accogliamo con ottimismo la decisione di scarcerare Khaled che tutta via resta per un’altra settimana ai domiciliari”, ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Speriamo che al termine di questi sette giorni e di un mese di carcere senza sapere il perché, questa storia finisca presto e bene”. Anche la rettrice dell’Università Sapienza, Antonella Polimeni, ha affermato di apprendere “con sollievo la notizia della scarcerazione del nostro studente Khaled El Qaisi. Confidiamo nella costante attività del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale affinché Khaled possa rientrare in Italia al più presto”.
L'arresto del giovane italo-palestinese ha generato molto scalpore nel nostro Paese. Traduttore e studente alla Sapienza di Roma, nonché fondatore del Centro di documentazione palestinese, si trovava in vacanza in Cisgiordania con la famiglia. Era diretto ad Amman, dove poi si sarebbe imbarcato per Roma, quando è stato fermato dalle autorità israeliane durante il controllo dei bagagli, senza una motivazione esplicita. Il caso è stato portato all'attenzione del Parlamento italiano e in migliaia hanno protestato nelle strade della capitale per chiedere il suo rilascio, anche attraverso una petizione online che ha superato le 30mila firme.
Sul suo caso si erano svolte tre udienze e tutte avevano prorogato la detenzione.
L’ultima, il 21 settembre, l’aveva estesa fino all’1 ottobre. Secondo il tribunale, entro tre giorni da quella data le autorità avrebbero dovuto presentare le accuse, altrimenti sarebbe scaduto il termine legale per far rimanere Khaled in carcere.
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