Nazionale

Rinviati al 2024 i lavori sul traforo del Monte Bianco: cosa può accadere

La conferenza intergovernativa Italia-Francia ha trovato un accordo, in attesa che si sblocchi la situazione del Frejus

Rinviati al 2024 i lavori sul traforo del Monte Bianco: cosa può accadere

Ascolta ora: "Rinviati al 2024 i lavori sul traforo del Monte Bianco: cosa può accadere"

Rinviati al 2024 i lavori sul traforo del Monte Bianco: cosa può accadere

00:00 / 00:00
100 %

Gli effetti della recente frana verificatasi a pochi chilometri dall'ingresso del Traforo del Frejus, la seconda principale arteria di collegamento transalpino con la Francia, avevano fatto scattare l'allarme circa le conseguenze che si sarebbero potute verificare nel caso in cui i lavori già in programma sul traforo del Monte Bianco fossero partiti come da programma: pericolo scampato, dato che dopo lo stop temporaneo per evitare il rischio di code interminabili, è arrivato il definitivo rinvio fino al prossimo settembre 2024.

Rinvio a settembre 2024

Stando a quanto riferito da fonti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la conferenza intergovernativa (Cig) tra Italia e Francia, riunitasi nella giornata di giovedì 7 settembre, si è deciso di far slittare di 12 mesi l'inizio dei lavori più significativi sul traforo del Monte Bianco. Prendendo atto della grave situazione seguita allo smottamento nei pressi del Frejus, la Cig ha dato il suo bene placet all'accordo raggiunto tra i due Governi e confermato la sospensione dei lavori straordinari, così come concordato nei giorni scorsi dai Ministri Matteo Salvini e Clèment Beaune.

La conferenza intergovernativa ha nello specifico deciso di limitare i cantieri ai soli interventi ritenuti necessari ed improcrastinabili per la messa in sicurezza dell'impalcato stradale. Stando a quanto riferito dall'Ansa, il traforo del Monte Bianco entro dicembre resterà chiuso per circa sei settimane, con l'obiettivo di consentire interventi finalizzati a migliorare la sicurezza dell'infrastruttura: sono anche previste delle chiusure notturne per lo stesso motivo.

Tra gli altri temi affrontati, ovviamente, anche quello relativo ai piani per la ripartenza a pieno regime del traforo del Frejus. Nel caso in cui la situazione dovesse tornare ad essere nuovamente critica, nei prossimi mesi i lavori al traforo del Monte Bianco potranno essere sospesi e la viabilità ripristinata regolarmente.

La conferma è arrivata in serata anche dal ministero degli Esteri. "La Conferenza intergovernativa Italia Francia, che con la collega Catherine Colonna avevo fatto convocare per oggi, ha appena concluso i lavori con successo", ha scritto su X-Twitter il titolare del dicastero Antonio Tajani. "Deciso il rinvio di un anno della chiusura del Monte Bianco, portando avanti al tempo stesso i lavori necessari alla sicurezza", ha concluso il ministro.

Cosa accadrà

Non è tuttavia ancora chiaro quando il Frejus, dove lo smottamento sul fronte francese ha comportato il blocco della circolazione stradale dei mezzi pesanti da e verso l'Italia, potrà riaprire anche ad autocarri e autoarticolati. Le autorità francesi non consentono l'accesso al tunnel ferroviario finito sotto la frana e chiuso ancora per mesi e al momento temono la rimozione delle migliaia di metri cubi di terra perché ritenuti ancora pericolanti. Per ora, stando a quanto rilevato dai tecnici, non ci sarebbe alcun danno ai piloni autostradali, ma non si può prevedere quali potrebbero essere le conseguenze nel caso in cui la parte pericolante dovesse precipitare.

Proprio tutta questa incertezza circa le tempistiche di ripartenza a pieno regime del Frejus avrebbero spinto la Cig a decidere di procrastinare i lavori sul traforo del Monte Bianco. Tale slittamento sarebbe dovuto al fatto che nel 2024 dovrebbero concludersi i lavori di "raddoppio" del Frejus, a cui si aggiungerà una seconda galleria parallela rispetto a quella già esistente: un sistema che risulterà necessario per smaltire il traffico che sarà temporaneamente dirottato dal Monte Bianco dopo l'inizio delle opere sul traforo.

In realtà ci sarebbe un secondo progetto a cui Confindustria e il governo italiano puntano con forza, ovvero quello di "raddoppiare" anche il traforo del Bianco: il problema più grosso, in questo caso, non sarebbero tanto le tempistiche (si stimano circa cinque anni), quanto la necessità di trovare un accordo con la Francia, al momento contraria a un'ipotesi del genere. L'esecutivo non demorde e, stando a quanto annunciato dal ministro degli Esteri, sono già in programma degli incontri in cui si affronterà il delicato tema del "raddoppio" del traforo del Monte Bianco. Antonio Tajani ha infatti annunciato a Rai Isoradio che il 25 settembre sarà a Parigi per incontrare la collega francese Catherine Colonna"perché si possa dar vita a una seconda canna del Monte Bianco" e di aver convocato il Comitato transfrontaliero per il 31 ottobre a Torino.

"Vedremo di convincere i francesi che non mi sembrano ancora favorevoli, ma noi lavoriamo nell'interesse dei trasportatori, dei turisti e delle imprese", ha concluso il titolare della Farnesina.

Commenti