
Quello che è accaduto al termine della manifestazione autorizzata per la Palestina è ben noto e lo è anche perché giornalisti, cameramen e fotoreporter hanno seguito i facinorosi nonostante il pericolo. Seguire una manifestazione, specie se così violenta, non è facile: il rischio è quello di finire in mezzo a una carica della polizia o di ricevere qualche oggetto addosso tra quelli lanciati dai soliti manifestanti. Non è sicuramente un lavoro per tutti ma è dovere, e diritto, della stampa documentare quanto accade, perché la base di ogni democrazia che voglia essere considerata tale. A volte, purtroppo, succede che chi manifesta per la pace pretenda con violenza che i giornalisti non facciano il proprio lavoro ed è quanto accaduto nella notte di Roma a una giornalista dell'Adnkronos, agenzia di stampa tra le più autorevoli del Paese, che fin dal pomeriggio ha seguito la lunga manifestazione.
Tutto è accaduto poco dopo che i manifestanti di piazza San Giovanni hanno allontanato il gruppo di incappucciati, che stava provando a farsi largo. A quel punto, i black block e lo spezzone sociale composto principalmente da antagonisti, studenti e centri sociali arrivati da tutta Italia ha iniziato la sua marcia violenta su Roma con l'obiettivo di raggiungere i palazzi dei ministeri. Nei momenti più concitati, la giornalista dell'Adnkronos si è trovata al posto giusto nel momento giusto ed è riuscita a immortalare un gruppo che, nascondendosi dietro gli ombrelli si toglieva gli abiti neri per evitare di essere riconosciuto dalla polizia. Tuttavia, è stata notata dagli stessi che le sono corsi incontro incappucciati e, minacciandola, l'hanno obbligata a cancellare tutto il materiale ottenuto.
"Essere accerchiata, minacciata e costretta a cancellare immagini da individui incappucciati è un atto vile che rappresenta la deriva violenta e intollerante di certe piazze. Un attacco alla libertà di stampa e al diritto all’informazione, che non deve essere tollerato. Mi aspetto che i responsabili vengano identificati e perseguiti con rigore, come previsto dalla legge. Alla cronista, va il mio pieno sostegno", ha dichiarato Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia. "Solidarietà alla redazione AdnKronos per l’indecente aggressione alla cronista che documentava la violenza della piazza Propal. Auspichiamo la netta condanna dell’accaduto e la solidarietà da tutte le forze politiche e dall’ordine dei giornalisti", sono le parole di Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia. "Impedire ad un cronista di svolgere il proprio lavoro, con minacce e azioni violente, non è per nulla tollerabile e mette in discussione il sacrosanto diritto alla libertà di stampa e al diritto dei nostri cittadini ad avere una corretta informazione. La Lega è vicina alla giornalista aggredita e mi auguro che la solidarietà possa giungere da tutte le forze politiche", ha dichiarato il vicesegretario della Lega, Claudio Durigon.
Anche dalle opposizioni qualcuno ha condannato l'accaduto, pur stando attenti a sottolineare, soprattutto dalle parti del Pd e di Avs, che quella parte di manifestanti non aveva nulla a che fare con il resto. Però erano lì e hanno partecipato. "È un fatto inaccettabile, che colpisce non solo una lavoratrice ma uno dei pilastri della nostra democrazia: la libertà di stampa", ha dichiarato Marco Furfaro, deputato del Pd. "Colpire chi fa informazione significa colpire la libertà di stampa e i nostri principii costituzionale. A lei, alla redazione e a tutti i giornalisti che ogni giorno rischiano in prima persona per garantire il diritto dei cittadini a un’informazione corretta va la mia più solidarietà", ha dichiarato l'onorevole Maria Elena Boschi.
"Esprimo solidarietà a nome mio e di Azione alla giornalista dell'AdnKronos vittima ieri sera di una vile aggressione. Impedire a una cronista di svolgere il proprio lavoro e di poterlo documentare è un'inaccettabile sopruso", sono le parole di Carlo Calenda, leader di Azione.