"La Russa? Un bastardo che...". Choc al corteo Cgil: l'odio dal palco

Durante l'evento per i referendum, Adelmo Cervi con la felpa della Fiom ha attaccato la seconda carica dello Stato

"La Russa? Un bastardo che...". Choc al corteo Cgil: l'odio dal palco
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É strano questo modo modo di concepire la “libertà di parola”, a sinistra. I “fasci” non possono esprimersi, e ovviamente sono i progressisti decidere a chi addossare questa etichetta, anche se di fascista non hanno nulla. Sulla Rai il partito più rappresentato è il Pd, ma il Pd si lamenta che TeleMeloni non informa sui referendum. Poi la Cgil si riunisce in piazza e, in nome della libera espressione (delle idiozie), dal palco c'è chi dà a Ignazio La Russa del “bastardo” e ovviamente se solo questi osasse querelarlo, non v’è dubbio che lo accuserebbero di voler zittire il sindacato. Inoltre, come se non bastasse, mentre gli antagonisti spaccavano Milano al grido di “fuori i fasci” da Gallarate, dove si teneva il tutto sommato pacifico Remigration Summit, Fratoianni rilasciava interviste per spiegare che i destri - e non i picchiatori rossi - non hanno diritto di esprimere le loro idee.

Partiamo dalla Cgil. Come noto il sindacato ha indetto cinque Referendum, sostenuti dal Pd, per eliminare il Jobs Act e ridurre i tempi per ottenere la cittadinanza italiana. Serve il quorum, secondo la legge, ovvero che vada a votare il 50% degli elettori. Traguardo complicato da raggiungere, sopratutto ora che il centrodestra ha invitato i suoi elettori a restare a casa. Lo ha fatto anche Ignazio La Russa, che s’è preso una valanga di critiche dalle opposizioni (legittime) e ora anche gli insulti della Cgil (inaccettabili). Dal palco di piazza Vittorio dove ieri sera era in corso l'iniziativa per il referendum e contro l'astensionismo, a prendere la parola è stato "l'amico della Cgil" Adelmo Cervi, figlio figlio di Verina Castagnetti e Aldo Cervi, il terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. ​Con la felpa della Fiom addosso ha scandito: “Di un bastardo come La Russa non ho bisogno di parlare - ha detto Adelmo Cervi - La cosa vergognosa è che un bastardo del genere sia la seconda carica dello Stato e che abbiamo chi ci governa che gira ancora con la fiamma tricolore appiccicata al vestito”. Si può capire l'irritazione verso la destra, e anche la rivendicazione antifascista vista la storia privata, ma forse sarebbe giusto anche contenere il linguaggio. "Uniamoci tutti quanti - ha concluso Cervi - a portare avanti questa battaglia", perché "la tappa più importante che avremo dopo è quella di fare in modo di unirsi con tutta la sinistra e i democratici per mandare a casa questo governo di destra. O siamo capaci di rimandarli nelle fogne da dove sono usciti o avremo sempre un prezzo pesante da pagare".

E passiamo al Remigration Summit di Gallarate. Sia chiaro: è lecito non condividere le tesi dei promotori dell’incontro, ma finché non commettono reati pure devono avere il diritto di dire la loro. Non bisogna avere paure delle idee forti, come sostiene Piantedosi. Invece per zittirli, o per protestare contro la loro presenza, i centri sociali hanno messo in scena una vera e propria guerriglia urbana a Milano attaccando anche i poliziotti. E Nicola Fratoianni che fa? Spiattella alla stampa la sua idea di democrazia, in sintesi: parlano solo quelli che noi consideriamo degni. "Questo Paese nasce e si fonda sulla costituzione antifascista - ha detto - che non tollera l'idea che qualcuno in nome di una astratta libertà possa andare in giro a diffondere idee, parole e linguaggi d'odio che negano le libertà fondamentali degli altri".

Ps: in questo strambo modo di concepire la libertà di espressione, non bisogna dimenticare pure che Tommaso Cerno,

direttore del Tempo, è stato tenuto fuori dalla Commissione Libe che indagava sullo stato di diritto in Italia e che ha deciso, alla faccia della pluralità, di informarsi solo da Sigfrido Ranucci e Francesco Cancellato.

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