Doveva essere, a suo modo, una giornata "storica" per Milano. Lo stadio Meazza, nel quartiere San Siro, inaugurato nel 1926, dopo quasi un secolo è passato dalla proprietà del comune di Milano a quella dei due club meneghini di serie A: Inter e Milan. Prezzo fissato: 197 milioni, con uno "sconto" di 22 per la ricostruzione del tunnel Patroclo (12 milioni) e la bonifica di terreni a verde (9,6 milioni). Lo stadio verrà abbattuto e ricostruito. Per il progetto sii state arruolate due archistar, Norman Foster e David Manica.
I club, con Redbird e Oaktree, non possiederanno solo il nuovo stadio (71.500 posti a sedere) ma saranno proprietarie anche delle zone intorno al quartiere, per un maxi progetto urbanistico da 280 mila metri quadrati di superficie complessiva. Ci saranno parcheggi (15 mila metri quadrati), un mercato comunale, due scuole (nido e dell'infanzia), un complesso immobiliare da 1300 appartamenti del colosso immobiliare Hines. C'è in progetto anche la riqualificazione dei terreni dell'Ex Trotto, il progetto Extm in ricordo della memoria ippica. E anche un hotel da 350 camere. Oltre a una quota di verde (80 mila metri quadrati) e le memorie architettoniche del Meazza.
Ma la festa ieri è stata rovinata dalla notizia che proprio sulla compravendita la procura indaga per turbativa d'asta. Ieri mattina è stato sentito dai pm Paolo Filippini, Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi il promoter Claudio Trotta, tra i fondatori del comitato Sì Meazza e della Barley Arts, un colosso della organizzazione dei concerti in Italia.
In una lettera aperta al sindaco Trotta aveva rivelato che con altri operatori dello spettacolo dal vivo avrebbe voluto fare una offerta per lo stadio ma era stato impossibile partecipare al bando del Comune per le tempistiche troppo strette (37 giorni) e le modalità (non solo l’acquisto dello stadio ma anche delle aree).