
Un 24enne di origini marocchine, attualmente domiciliato nella bergamasca, è stato perquisito dalla Polizia di Stato per il reato di istigazione a delinquere commessa attraverso strumenti. L'indagine arriva al culmine di una complessa indagine svolta negli ultimi due anni dalla Digos di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Bologna, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, scaturita da attività di monitoraggio sui social media. Nel corso di questa indagine è stato individuato il profilo Facebook del marocchino, la cui residenza risulta essere a Modena, che conta quasi 5000 follower.
In questo profilo, l'uomo ha condiviso numerosi video in formato reel che richiamavano la propaganda jihadista di organizzazioni terroristiche come lo Stato islamico. Sono stati rilevati ed analizzati numerosi canti e video ed altri contenuti multimediali che richiamano, tra l’altro, le gesta dei mujaheddin, autori di azioni suicide in nome e per conto di tale organizzazione terroristica, o richiami al jihad armato. In uno dei post datato 9 dicembre, il marocchino ha pubblicato una fotografia dove si erano presenti una tastiera da computer ed un Corano, con riflessa l’immagine dell’effige dell’Islamic State sovrapposta, in modo parziale, proprio al Corano. A quest'immagine era correlata una scritta in arabo che gli invstigatori hanno tradotto: "Siamo entrati nell’anno 2024 e Alcuni credono ancora che l'auto sia un mezzo per dimostrare il tenore di vita e non un mezzo di trasporto. Alcuni credono ancora che gli abiti siano un mezzo di tentazione per ostentare il fascino del corpo e non siano solo una copertura per il corpo. Alcuni credono ancora che le case siano un luogo di cui si vantano davanti agli ospiti e ricevere attenzioni, non un luogo in cui vivere. Alcuni giudicano ancora le persone attraverso le loro apparenze e hanno dimenticato che esistono un cuore e una mente. Viviamo in una società ipocrita immersa nell'amore per le apparenze".
È evidente la critica al mondo occidentale e al suo stile di vita, che il marocchino contrappone al mondo islamico, retto nella via indicata da Allah, come da dettami del jihad. Ci sono poi video in cui l'uomo fa riferimenti espliciti a un mondo che verrà completamente islamizzato: "Porteremo la fiamma del monoteismo… Con esso ci verrà concesso il paradiso dell'eternità… Vivremo nella dimora paradisiaca … Innalzeremo sopra i mondi il Corano… simbolo della vittoria e del sacrificio". E ancora, a febbraio 2024, scriveva: "Il nostro Stato è vittorioso, nel cui testo si afferma esplicitamente Il nostro stato è vittorioso. Saluti a Baghdad e i suoi eroi sono leoni, Cavalieri del martirio. Il nostro Stato è vittorioso. L'anima è In Yusufiyah. Il sangue del miscredente viene versato". In questa occasione aveva accompagnato il testo all'immagine di Abu Osama Al Tunisi, noto in rete quale combattente dell’Islamic State morto il 25 luglio 2017 in Siria.
Ipotizzando di poter essere intercettato dagli investigatori, il marocchino ha cercato di aumentare la privacy del suo profilo rendendolo privato.
È un comportamento osservato in passato in soggetti che si stavano radicalizzando, il che suggerisce un consolidamento della visione integralista nell’ottica della possibile scelta di prendere personalmente parte attiva nel jihad globale, obiettivo ultimo del processo di auto-radicalizzazione e auto-addestramento. Sono in corso ulteriori attività di analisi del dispositivo telefonico sequestrato al giovane internauta a seguito della richiamata attività.