
È la grande e affascinante sfida dei nostri tempi, quella dell’Intelligenza Artificiale applicata alla ricerca archeologica. Una frontiera ancora tutta da esplorare che passa attraverso l'analisi delle immagini per individuare monumenti o reperti nascosti nel sottosuolo, per la ricomposizione dei manufatti rotti, la descrittazione di geroglifici o di lingue sconosciute in maniera più veloce e precisa rispetto al passato, oppure per la verifica di autenticità dei reperti.
Gli esempi di applicazioni, però, non riguardano soltanto la ricerca, ma si allargano anche alla possibilità di vivere e fruire i beni archeologi e culturali. Basti pensare alle ricostruzioni virtuali attraverso cui immergersi nella vita quotidiana delle antiche civiltà; agli scenari di realtà aumentata attraverso cui fare divulgazione, ma anche sperimentare le ipotesi di studio; alla possibilità di esplorare sale museali in compagnia di avatar “storici” oppure all’opportunità per gli appassionati d’arte di partecipare a eventi culturali simultaneamente, sia pure attraverso uno schermo o un visore.
Se le possibilità offerte dall’Intelligenza Artificiale nelle digital humanities, tanto nello studio quanto nel marketing e della fruizione allargata dei beni archeologici e culturali, sono infinite, è chiaro che questo processo implica anche la necessità di governare il processo, individuando regole di responsabilità e autenticità. Ma è una scommessa e in investimento a cui non ci si può sottrarre. Un esperimento importante è quello che parte dalla Sardegna dove è stata annunciata la creazione di "AI Archeo-HUB", un innovativo centro internazionale dedicato all'applicazione dell'intelligenza artificiale nell’archeologia digitale e alla valorizzazione del patrimonio nuragico sardo.
Frutto di una collaborazione tra l'Università di Cagliari, l'Università di Sassari, l’Associazione "La Sardegna verso l'UNESCO" e Duke University (USA), AI Archeo-HUB si pone come punto di riferimento globale per l’applicazione delle tecnologie più avanzate nel settore archeologico.
Il centro avrà sede in Sardegna, territorio straordinariamente ricco di testimonianze archeologiche della civiltà nuragica, e mira a combinare ricerca innovativa, formazione avanzata e coinvolgimento della comunità. Attraverso tecnologie di intelligenza artificiale, il progetto svilupperà nuovi modelli per la classificazione automatica dei manufatti, ricostruzioni virtuali dettagliate di strutture architettoniche e predizioni di nuovi siti archeologici ancora da scoprire. Anche l’inventariazione e catalogazione dei siti nuragici esistenti si potrà avvalere di classificazioni automatiche basate su telerilevamento e “machine learning”.
L’obiettivo è quello di comunicare il progetto nel suo sviluppo, diffondere i risultati scientifici al grande pubblico e rafforzare il turismo culturale, con ricadute positive per l’economia locale, valorizzando musei, siti, percorsi e un paesaggio unico al mondo. Il programma più immediato prevede la creazione di una summer school internazionale dedicata all’intelligenza artificiale applicabile all’archeologia nuragica, un inventario digitale sui nuraghi e uno studio neuro-cognitivo dell’architettura e dell’arte nuragica.
“AI Archeo-HUB è una sfida ambiziosa e stimolante” spiega Maurizio Forte, direttore del Dig@Lab della Duke University. "Intendiamo creare un modello di ricerca e formazione diverso da quelli tradizionali, un laboratorio di ricerca permanente e interdisciplinare che possa definire nuovi standard nella ricerca archeologica e offra strumenti innovativi per la valorizzazione del patrimonio culturale sardo. L’intelligenza artificiale sarà il nostro motore trainante, ma ci sarà anche l’opportunità di formare giovani ricercatrici e ricercatori a livello internazionale grazie a specifiche borse di ricerca che auspichiamo di erogare presto”.
Pierpaolo Vargiu, presidente de L’Associazione La Sardegna verso l’Unesco, non nasconde l’orgoglio per il fatto che “il primo ArcheoHub italiano sull’intelligenza artificiale nasca proprio in Sardegna con l’obiettivo di far crescere la conoscenza scientifica e la narrazione della civiltà nuragica. Per La Sardegna verso l’Unesco è una tappa davvero fondamentale del percorso di riscoperta e valorizzazione dell’ antica civiltà sarda che può cambiare la percezione della nostra Isola nell’immaginario collettivo mondiale, moltiplicando le sue opportunità di sviluppo. Grazie alle nuove tecnologie e alle sfide legate all’innovazione oggi diamo vita a uno straordinario esperimento di collaborazione internazionale che sta già catturando l’attenzione di esperti provenienti da tutto il mondo e testimonia ancora una volta le potenzialità dell’antica civiltà sarda come asset centrale per lo sviluppo e la crescita economica della Sardegna”.
E se il Rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola, sottolinea quanto “l’intelligenza artificiale rappresenti anche un tema culturale, qualcosa di molto ampio, su cui l’Università deve essere presente”, il Rettore
dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti fa notare come questo progetto costituisca “l’elemento di coincidenza tra la ricerca e la volontà di valorizzare di un bene come i nuraghi che rappresenta la Sardegna come simbolo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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