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Confermato lo sciopero dei trasporti. La mossa di Salvini per dimezzarlo: cosa cambia

L'agitazione si concluderà alle ore 15:00: "Impensabile lasciare a piedi 1 milione di italiani e di pendolari, di lavoratori e di lavoratrici un giovedì di luglio con una temperatura fino ai 35 gradi"

Confermato lo sciopero dei trasporti. La mossa di Salvini per dimezzarlo: cosa cambia

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Sciopero dimezzato, cosa cambia dopo il provvedimento firmato da Salvini

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Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha inviato ai sindacati un provvedimento di riduzione della durata dello sciopero già in calendario a partire dalle 3 del mattino di domani, giovedì 13 luglio 2023, fino alle ore 2 di venerdì 14. Con questa mossa del Mit, quindi, l'astensione si concluderà alle ore 15:00.

Le motivazioni

L'agitazione a livello nazionale del personale di Trenitalia e di Italo era stata indetta dalle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Slm Fast Confsal e Orsa Ferrovie. Obiettivo delle rimostranze dei lavoratori di Trenitalia, annunciate dai sindacati alla Commissione di garanzia il 22 giugno scorso, la cancellazione delle azioni unilaterali messe in campo quali "modifiche organizzazione degli orari dei turni di lavoro e della composizione degli equipaggi; corresponsione assegni ad personam; forzature normative; modifiche reticolo impianti; eccessivo ricorso al lavoro straordinario".

Oltre ciò, avevano aggiunto i sindacati, "analoghe criticità si registrano nei settori delle manutenzione, vendita‐assistenza ed uffici che, da tempo, attendono una riorganizzazione delle attività che tenga conto di un congruo inserimento di nuove risorse e del rilancio di investimenti tecnologici e digitali delle postazioni di lavoro che premi la crescita professionale in base a parametri oggettivi legati ad un percorso formativo /professionale definito e misurabile".

Per quanto concerne il personale di Italo, spiegavano le sigle sindacali in agitazione, "non sono stati riscontrati i necessari avanzamenti rispetto alla risoluzione della vertenza". In particolar modo "permane una significativa distanza tra le parti, con specifico riferimento a un'insufficienza della proposta economica presentata dalla società, in relazione ad un equo apprezzamento degli elementi salariali variabili, anche quando connessi alla flessibilità richieste dalla società; l'indisponibilità aziendale, rispetto alla proposta avanzata dal sindacato ad una ridefinizione del calcolo della media settimanale dell'orario di lavoro ( 38 ore) per il personale degli equipaggi su base mensile e non su base quadrimestrale, in linea con quanto stabilito nel Ccnl Maf 2022; l'indisponibilità aziendale a definire concretamente un percorso di rimodulazione del periodo di ferie estive in linea con quanto stabilito nel contratto (15 giugno – 15 settembre e non come l’attuale 1 giugno – 30 settembre)".

Il provvedimento del Mit

Ecco il perché del lungo sciopero indetto, durante il quale sarebbe stata garantita comunque l'effettuazione delle corse nazionali indicate nelle apposite tabelle riguardanti i treni da garantire in caso di sciopero, "nonché dei treni regionali nelle fasce pendolari (6.00-9.00 e 18.00-21.00), consultabili nella sezione Treni garantiti in caso di sciopero del sito di Trenitalia".

Tutto cambia col provvedimento firmato da Matteo Salvini, come annunciato in un comunicato dal dicastero. "Il ministro ha deciso di prendere questa misura anche alla luce dell'assicurazione - maturata durante il tavolo convocato al dicastero di Porta Pia e di cui Salvini si fa garante - dell'immediata ripresa delle trattative sindacali su tutti i punti oggetto dell'agitazione". "Non solo", conclude la nota, "il Mit ha agito anche in base a una nota della Commissione Garanzia Scioperi".

"Ho appena firmato l'ordinanza che dimezza lo sciopero dei treni indetto dei sindacati per domani e dopodomani", ha pocanzi annunciato il leader del Carroccio, "perché lasciare a piedi 1 milione di italiani e di pendolari, di lavoratori e di lavoratrici un giovedì di luglio con una temperatura fino ai 35 gradi era impensabile". "Mi adopererò affinché le aziende incontrino i sindacati per arrivare a dare soddisfazioni ai lavoratori delle ferrovie italiane senza lasciare a piedi centinaia di migliaia di italiani che non hanno colpe", ha concluso Salvini.

Le reazioni

"Una buona notizia a tutela dei lavoratori e dei cittadini: grazie al vicepremier Matteo Salvini, che si dimostra ancora una volta il ministro del fare, dimezzato lo sciopero dei treni previsto per domani. La giusta mediazione per garantire anche il diritto alla mobilità a più di un milione di italiani", ha commentato in una nota il senatore della Lega Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro.

Approvazione anche da parte del senatore del Carroccio Claudio Borghi: "Impensabile fermare il Paese. Bene quindi il risultato della mediazione tra il ministro Salvini e le parti sindacali".

"Il ministro Matteo Salvini firma l'ordinanza per ridurre lo sciopero dei treni e dimostra ancora una volta di essere al lavoro per difendere i diritti di più di un milione di italiani. Un'altra promessa mantenuta, dopo una giornata di incontri e mediazione con i sindacati. Bene così, la Lega è il partito della concretezza e del fare", ha dichiarato Simonetta Matone, rappresentante alla Camera della Lega.

"Bene il lavoro concreto del ministro Salvini, che oggi ha dimezzato lo sciopero ferroviario: una mediazione ragionevole, che tutela il diritto allo sciopero delle categorie ma anche le necessità di milioni di italiani, che avrebbero patito enormi disagi per i loro spostamenti", ha aggiunto anche il leghista Nicola Ottaviani.

Pronto il ricorso

"Ricorreremo nelle sedi giudiziarie competenti per impugnare questo provvedimento che contrasta pesantemente con il diritto allo sciopero previsto dalla nostra Costituzione", promettono il Segretario Generale Claudio Tarlazzi e il Segretario Nazionale Roberto Napoleoni della Uiltrasporti, come riportato da Agi. "Lo sciopero, sia quello di Trenitalia che Italo-Ntv era stato proclamato da tempo e con l'approvazione del Garante sugli scioperi. Oggi il Ministero, fuori tempo massimo, decide di convocare un tavolo assolutamente inconcludente - proseguono Tarlazzi e Napoleoni - che non ha portato a nessuna soluzione per le lavoratrici e i lavoratori.

Le responsabilità di questa situazione vanno imputate alle aziende che continuano a lasciare inascoltate le nostre richieste", concludono.

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