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"Sono gay, non fascio". Al Pride di Roma si inneggia all'utero in affitto

Cartelli in favore dell'utero in affitto e contro il governo la Regione la fanno da padrona al Pride di Roma. Anche Elly Schlein tra i manifestanti

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Comincia da oggi il mese dei Pride nel nostro Paese e ad aprire la stagione è Roma, la più importante tra le 8 piazze che oggi portano in strada l'orgoglio omosessuale. La parata nella Capitale vede la partecipazione di migliaia di persone che vogliono rivendicare il proprio orientamento sessuale. La sfilata di Roma, più che altre, è animata anche dalla strumentalizzazione politica attuata dalla sinistra dopo la querelle tra la Regione Lazio e l'organizzazione, a causa del tentativo di quest'ultima di usare il nome dell'amministrazione Rocca per sostenere le pratiche sull'utero in affitto. A guidare il corteo il sindaco Roberto Gualtieri, che intona Bella ciao, tanto per sottolineare la matrice politica di una manifestazione che dovrebbe essere inclusiva ma che, come si è visto, è ben altro. Ci sono stati addirittura momenti di tensione quando alcuni esponenti del M5s hanno tentato di mettere, letteralmente, la bandiera sulla manifestazione, issando i vessilli del loro partiti, che sono stati rimossi.

"Rocca ma chi te vole", si legge in un cartello all'interno del corteo, che non è certo l'unico di questo tenore in questo Pride che, seguendo la tradizione della solita sinistra senza argomenti e senza nuove idee, continua a gridare a un ipotetico rischio fascismo. "Tranquilla mamma sono gay, non fascio", si legge ancora. Ed è il portavoce dell'organizzazione a prendere la parola e a scagliarsi contro il governo e la Regione, esponenti di una destra da lui definita "omofoba e cialtrona" solo perché non si è prestata a essere strumentalizzata: "Da oggi parte la resistenza della nostra comunità a questa destra, a questo governo e a Meloni". Basta mettere in mezzo la parola "resistenza" per elevare un semplice capriccio ideologico a qualcosa che vorrebbero fosse alto. Ma che, nei fatti, si dimostra la solita lagna senza capo né coda. Nel corteo si scorgono numerosi cartelli che inneggiano alla "gestazione per altri", modo politicamente corretto di definire l'utero in affitto, al quale si è opposta l'amministrazione Rocca, in linea con quanto portato avanti dal governo, che mira a trasformare questa pratica in reato universale. E che non sia una norma discriminatoria verso la comunità Lgtbq lo dimostra il fatto che viene utilizzata prevalentemente dalle coppie eterosessuali.

Le invettive contro il governo sono tante al Pride di Roma, sia nei cartelli che nelle dichiarazioni di chi vi partecipa. Ma non è altro che la solita ipocrisia buonista e miope, perché gran parte dei temi contro i quali protestano non sono stati introdotti o votati da questo governo ma sono antecedenti, risalenti alle amministrazioni rosse precedenti. L'esecutivo Meloni si sta attenendo a quanto già trovato, ratificando le norme della Cassazione e procedendo per aumentare le tutele le donne contro la pratica dell'utero in affitto.

"Coloro che oggi governano l'Italia sono gli stessi che hanno affossato con un applauso, difficile da dimenticare, una legge di civiltà come la legge Zan", ha dichiarato Elly Schlein, dimenticandosi che il partito guidato dall'attuale premier era all'opposizione quando, democraticamente, non è passata la legge Zan, che è stata affossata effetticamente dai loro franchi tiratori.

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