Svastiche sul portone di una famiglia ebrea e blitz al consolato egiziano: cosa succede a Milano

La Digos indaga sull'episodio di antisemitismo contro una famiglia ebrea milanese mentre un manipolo di attivisti ha "attaccato" il consolato egiziano per chiedere l'apertura di Rafah

Svastiche sul portone di una famiglia ebrea e blitz al consolato egiziano: cosa succede a Milano
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Nel 2025, a 80 anni dalla fine degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, una famiglia ebrea di Milano si è vista contrassegnare la porta del proprio appartamento con due svastiche e con scritte antisemite. "Ebrei bastardi", si legge sul portone blindato. Sul caso indaga la Digos e la polizia ha accompagnato i membri della famiglia in Questura per raccogliere la loro testimonianza, per poi riportarle a casa. L'avvocato Stefano Benvenuto che assiste la famiglia ha definito i suoi membri molto "scossi". Tutto questo mentre nella stessa città un gruppo di attivisti di Ultima Generazione e dei movimenti per la Palestina ha fatto irruzione davanti al consolato egiziano: hanno lanciato vernice rossa e deposto a terra foto di persone palestinesi morte nel corso della guerra.

L'obiettivo della protesta è la richiesta dell'apertura del valico di Rafah che separa l'Egitto dalla Striscia di Gaza. "Sono una mamma che non può distogliere lo sguardo da un genocidio in corso. Le brutalità del governo sionista Israeliano vengono trasmesse live ed è nostro compito come esseri umani e come genitori prendere una posizione ed obbligare i nostri governi a non chiudere gli occhi. Il genocidio palestinese è compiuto con le armi, per esempio quelle che la Leonardo continua a inviare ad Israele e contro il cui invio si batte Palestina Libera e con il blocco degli aiuti umanitari, ma anche in modo più subdolo", è la dichiarazione di un'attivista presente davanti al consolato. "Break the siege" è lo striscione che è stato srotolato dagli attivisti.

Erano in tutto una decina gli attivisti che si sono presentati davanti al consolato.

La polizia italiana si è presentata in via Timavo per sciogliere il blitz e ha caricato sulle volanti gli attivisti, che hanno tentato la resistenza passiva. Tra loro c'era anche Vittoria Arduini, che nelle scorse settimane era già stata fermata alla frontiera in Egitto.

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