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"Pianificavano attentati kamikaze" tre palestinesi arrestati a L'Aquila

Le indagini della Digos avrebbero accertato la costituzione di una struttura operativa militare denominata "Gruppo di risposta rapida-Brigate Tulkarem", articolazione delle "Brigate dei Martiri" di Al-Aqsà

Terrorismo, pianificavano attentati all'estero: tre palestinesi arrestati a L'Aquila

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Terrorismo, pianificavano attentati all'estero: tre palestinesi arrestati a L'Aquila

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Un'importante operazione antiterrorismo è stata messa a segno dagli investigatori della Digos a L'Aquila su richiesta della procura della Repubblica, Direzione distrettuale antimafia, in coordinamento con la procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Tre palestinesi, residenti nella città abruzzese, sono stati arrestati con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico. Per la polizia, che indaga da diverso tempo, avrebbero fatto opera di proselitismo e propaganda per l'associazione e avrebbero pianificato attentati, anche suicidari, contro obbiettivi civili e militari in territorio estero.

L'indagine

Le indagini della Digos avrebbero accertato la costituzione di una struttura operativa militare denominata "Gruppo di risposta rapida-Brigate Tulkarem", articolazione delle "Brigate dei Martiri" di Al-Aqsà, riconosciuta quale organizzazione terroristica dall'Unione europea con Regolamento di esecuzione 2023/1505 del Consiglio europeo del 20 luglio 2023, che si propone il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo anche contro uno Stato estero. Nei confronti di uno degli arrestati, in particolare, è in corso una procedura di estradizione, su richiesta delle autorità dello Stato di Israele, dinanzi alla Corte di appello di L'Aquila.

Il precedente

Circa un mese fa, sempre a L'Aquila, c'era stata un'operazione simile della polizia. Un uomo di 37 anni, di origini palestinesi, residente in Italia dal 2017, era stato stato arrestato dalla Digos su richiesta di estradizione da parte di Israele perché accusato di finanziare il terrorismo. Come raccontato dal Tgr Rai dell'Abruzzo, era stato fermato a casa sua, nella frazione di San Giacomo, dove risiedeva insieme a un connazionale. L'abitazione era stata perquisita dai poliziotti che avevano sequestrato materiale informatico. L'uomo aveva dei precedenti poiché era stato coinvolto nella Seconda Intifada per la quale fu arrestato.

In Italia, però, dove era titolare di una pizzeria, non aveva mai avuto problemi con la giustizia.

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