Uccisa a calci e pugni: senza colpevoli l'omicidio di Jessica Mantovani

Giancarlo Bresciani, 50enne bresciano accusato dell’assassinio della donna, è stato assolto dal reato di omicidio ma condannato a 2 anni e 8 per induzione alla prostituzione

Jessica Mantovani, 37 anni, è stata uccisa a calci e pugni
Jessica Mantovani, 37 anni, è stata uccisa a calci e pugni

Uccisa a calci e pugni e poi gettata in un canale che porta acqua alle centrali elettriche. Un giallo che non ha colpevoli. Giancarlo Bresciani, 50enne bresciano accusato dell’assassinio di Jessica Mantovani, è stato infatti assolto dal reato di omicidio ma condannato a 2 anni e 8 per induzione alla prostituzione. Rammaricato il padre della vittima e del suo avvocato Marino Colosio: "Ci sono degli assassini in giro, a questo punto". Alla fine il gup di Brescia ha accolto richieste del pm.
La 37enne Jessica Mantovani fu trovata morta nell’estate 2019 nella centrale idroelettrica di Prevalle.

Il Gup aveva chiesto perizia psichiatrica

Nell’udienza del maggio 2022 il gup di Brescia aveva accolto la richiesta di abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica sull’uomo che si era dichiarato da tempo assuntore di droga e che, secondo i consulenti di parte, soffriva di schizofrenia. Secondo quanto potuto ricostruire dagli inquirenti Jessica Mantovani aveva trascorso parte della sua ultima serata in vita proprio a casa di Giancarlo Bresciani dove l’aveva accompagnata il padre, che quando tornò a riprenderla non la trovò. “Io non l’ho uccisa. È uscita e non so dove sia andata“, aveva sempre risposto Bresciani. L’uomo è stato condannato a due anni e otto mesi per sfruttamento della prostituzione, perché secondo le indagini avrebbe fatto prostituire la vittima che poi pagava con dosi di droga. Oltre a Bresciani era indagato un altro uomo più giovane per cui la Procura ha chiesto e ottenuto l'archiviazione.

Un omicidio senza colpevoli

Il corpo della 37enne di Villanuova sul Clisi (Brescia) era stato trovato il 13 giugno nel canale della centrale idroelettrica di Prevalle. Dopo i primi accertamenti sanitari era emerso che la 37enne non era morta annegata visto che non c’erano tracce di acqua nei polmoni.

Nel registro degli indagati per omicidio erano stati iscritti Giancarlo Bresciani e un amico, le ultime persone a vedere viva Jessica. Determinante, nella vicenda, era stata la testimonianza del padre di Jessica, secondo cui la figlia, quel giorno era tranquilla e non avrebbe avuto, in sostanza, alcun motivo per compiere un gesto estremo.

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