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"Vi spiego chi ha sbagliato sulle monoclonali gratis perse dall'Italia"

Lo scienziato Silvestri sui social riprende le inchieste del Giornale e punta il dito contro i vertici Aifa del tempo e il ministro Speranza

"Vi spiego chi ha sbagliato sulle monoclonali gratis perse dall'Italia"
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Sulle 10mila dosi di monoclonali gratis che l’Italia si è fatta sfuggire per motivi ancora poco chiari interviene sui social Guido Silvestri, lo scienziato che grazie ai suoi rapporti privilegiati con il colosso farmaceutico Eli Lilly si era fatto garante con un suo ex allievo per dare all’Italia uno stock di farmaci che probabilmente avrebbero potuto salvare molte vite e forse scongiurare il secondo lockdown. Grazie alle carte depositate in commissione Covid dall’ex Dg della Prevenzione Ranieri Guerra sappiamo chi e come decise di rinunciare a quelle dosi.
Sulla sua pagina Facebook Silvestri accusa i vertici di Aifa e dello Spallanzani, ma soprattutto l’ex ministro della Salute Roberto Speranza «che ignorò colpevolmente la situazione». L’allora presidente di Aifa Nicola Magrini vietò la sperimentazione perché a suo dire necessitava di un’autorizzazione di Ema. Nella sua ricostruzione aggiunge tre elementi: «A ottobre 2020 non c’erano i vaccini, e non c’erano né molnupiravir né paxlovid. Per l’efficacia dei monoclonali nel ridurre il rischio di Covid severo nelle persone ad alto rischio se somministrato ad inizio sintomi esiste un’abbondante letteratura», sottoposta invano a chi doveva dare il via libera.

«Le varianti virali resistenti all’anticorpo in questione (delta, omicron, etc) non circolavano in Italia nell’autunno 2020 - il che dimostra la palese falsità e malafede di quei “divulgatori social” (di cui non fa i nomi, ndr) tanto ignoranti quanto servi della politica, che sostennero, per difendere i soggetti di cui sopra, che l’uso dell’anticorpo a novembre 2020 sarebbe stato inutile perché il virus era “resistente”».


Quante vite si potevano salvare? «Con un’adozione tempestiva dei monoclonali probabilmente fino a qualche centinaio», ma secondo lo scienziato «il non aver usato una terapia priva di rischi, in assenza di alternative efficaci e nel mezzo della “seconda ondata” che fece moltissimi morti in una popolazione non vaccinata, fu una negligenza gravissima», mentre a finire sotto accusa fu chi scelse «di anteporre l’etica medica e scientifica agli affari degli “amici”». Poi l’affondo sui vaccini: «Mi ricorda un amico come la stessa porcata venne “pensata” anche nel settore vaccini, con il “vaccino italiano Reithera”, ma non si ebbe il coraggio di bloccare Pfizer e Moderna, sarebbe stata troppo grosso anche per certi stomaci».


Se si guarda sui social si scopre che già nel marzo 2021, quando Speranza decise di confermare Magrini ai vertici di Aifa, Silvestri aveva duramente attaccato il ministro della Salute, perché a suo dire lo stesso Magrini era «chiaramente inadatto a ricoprire quel ruolo» dopo una gestione «inspiegabile ed ingiustificabile» della mancata sperimentazione degli anticorpi monoclonali in Italia. Anche sulla necessità dell’ok di Ema alla sperimentazione «Magrini è stato sconfessato da Luca Pani (ex Dg di Aifa), Giorgio Palù (presidente di Aifa), Beatrice Lorenzin (ex ministro della Salute) e Walter Ricciardi (consulente del ministero), ed alla fine dallo stesso decreto ministeriale del 6 febbraio 2021.


A «giustificare» il niet di Magrini sarebbe stata secondo Silvestri «la mini-crociata mediatica, tutta italiana e tutta politica, lanciata contro i monoclonali da un gruppetto di esperti “fai-da-te” secondo cui gli anticorpi sarebbero inutili».

E d’altronde, se così fosse, perché rinunciare a 10mila dosi gratis e poi pagarle pochi mesi dopo mille euro l’uno? Che fine ha fatto il fascicolo aperto in proposito dalla Corte dei Conti, che sul tema ha anche sentito Ranieri Guerra? Domande a cui il Giornale cercherà di dare risposte molto presto.

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