La villa, le Porsche, i milioni di euro. Ma lo stuntman siracusano di Batman era un evasore

Dalle scene più spericolate di Hollywood a broker finanziario senza scrupoli, l'uomo aveva costruito un impero segreto da 60 milioni in dieci anni, esibendo un lusso sfrenato che ha insospettito il Fisco, ora pronto a recuperare 26 milioni di euro

La villa, le Porsche, i milioni di euro. Ma lo stuntman siracusano di Batman era un evasore
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Si era fatto un nome come stuntman in pellicole cult di Hollywood, da Batman Begins a Mission Impossible, da Gangs of New York a Ocean’s Twelve. Era l’uomo che in quei film aveva fatto il lavoro sporco, girando le scene più pericolose al posto delle star del cinema, ma il suo tenore di vita non era da oscuro comprimario, anzi, era da assoluto protagonista. Perché grazie al pallino della finanza l’uomo, improvvisandosi broker senza alcun titolo, avrebbe incassato in un decennio redditi non dichiarati per 60 milioni di euro.

Lo stuntman siracusano pizzicato dalle fiamme gialle svolgeva, insomma, un secondo e redditizio lavoro da agente finanziario all’estero, spericolato pure questo perché del tutto nascosto al fisco, come peraltro era sconosciuto al fisco lui stesso. Formalmente nullatenente, senza redditi dichiarati in Italia o all’estero, l’uomo abitava però non in un anonimo condominio di Siracusa, bensì in una lussuosa villa con piscina, tra pavimenti in marmo, arredi di design e auto da sogno (due Porsche parcheggiate in giardino), oltre a risultare intestatario di altri immobili e di diverse partecipazioni societarie.

Il suo stile di vita ruotava intorno ai proventi della sua attività di intermediazione finanziaria, che poteva contare su una società londinese (di facciata, senza sede né dipendenti, utilizzata solo per schermarsi) a lui intestata, tramite la quale faceva da garante per le transazioni tra imprese ad alto rischio di insolvenza (tutte straniere) e i loro clienti. Per questo, la società era riuscita a ottenere, a sua volta, garanzie finanziarie da banche alle quali, per accreditarsi come solvibile e ottenere dagli istituti di credito l’anticipo dei pagamenti, lo stuntman mostrava estratti conto gonfiati e la notorietà del proprio curriculum da “attore”. Un sistema oggettivamente ben organizzato, che gli permetteva di incassare ricche provvigioni (anche queste fatte risultare come “prestiti personali”) per ogni transazione portata a “buon fine” grazie alla sua opera di intermediazione, e tutto ovviamente senza dichiarare nulla qui in patria.

La “bella vita” in Italia gli era infatti assicurata dai fondi che si era preoccupato di depositare oltreconfine su conti correnti esteri. E ai conti stranieri erano collegate carte di credito utilizzate in Italia per le spese quotidiane e per comprare beni di pregio, come auto di lusso. Tra l’altro due Porsche, una delle quali, una Taycan, del valore di 200.000 euro), immobili, partecipazioni societarie e arredi di pregio. Ma proprio la tentazione di ostentare il suo tenore di vita che non trovava giustificazione nelle sue dichiarazioni dei redditi lo ha messo sotto i riflettori e ha insospettito gli inquirenti.

Che hanno iniziato a scavare nelle sue attività riuscendo piano piano a scoperchiare il sistema, individuando almeno 60 milioni di euro incassati in dieci anni, per una evasione complessiva all’erario di 26 milioni di euro. Al momento, all’uomo sono stati sequestrati beni, su ordine del Tribunale di Siracusa, per oltre 1,5 milioni di euro, ossia l’intero patrimonio “italiano” dello stuntman tra cui villa, conti correnti e Porsche.

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