'Ndrangheta, arrestato il boss Antonio Pelle: tra i 30 più pericolosi

'Ntoni Gambazza, 77 anni, capo storico della cosca che controlla San Luca (quella della strage di Duisburg) preso dai Ros mentre era ricoverato in ospedale a Polistena. Era latitante dal 2000

'Ndrangheta, arrestato 
il boss Antonio Pelle: 
tra i 30 più pericolosi

Reggio Calabria - Fine della corsa. I carabinieri del Ros di Reggio Calabria hanno arrestato oggi pomeriggio Antonio Pelle, di 77 anni, considerato il capo storico dell’omonima cosca di San Luca. Era latitante dal 2000 Pelle, conosciuto come 'Ntoni Gambazza, è stato bloccato a Polistena, nella piana di Gioia Tauro, mentre era ricoverato nel reparto di chirurgia. Il suo nome era inserito nell’elenco dei 30 ricercati più pericolosi d’Italia. Ricercato dal 2000 per associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico internazionale di armi, sostanze stupefacenti e altro, per Pelle il 18 settembre del 2007 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. L’ospedale in cui è stato arrestato Pelle è presidiato in forza dai carabinieri che non fanno avvicinare nessuno. Al momento dell’irruzione dei militari del Ros nella stanza con Pelle c’era la moglie, che gli stringeva la mano. Sull’operazione gli investigatori stanno mantenendo uno stretto riserbo.

L'arresto Si trova ancora ricoverato in una stanza del reparto di chirurgia dell’ospedale di Polistena Antonio Pelle, detto ’Ntoni Gambazza. L’uomo, secondo quanto si è appreso, era stato ricoverato d’urgenza in ospedale, pare per un’ernia strozzata. La circostanza, evidentemente, non è sfuggita ai carabinieri che erano da mesi sulle sue tracce, anche se ancora non erano riusciti a bloccarlo. Oggi, invece, avuta la certezza che Pelle era ricoverato, i carabinieri del Ros sono entrati in ospedale e lo hanno bloccato. Viste le sue condizioni non è escluso che Pelle debba rimanere in ospedale per alcuni giorni.

Il pg: "Un capo storico" "Gambazza è un nome che significa ’ndrangheta in Calabria e anche fuori. È uno dei capi storici dell’organizzazione. La sua cattura rappresenta un segnale forte di successo dello Stato e in particolare, in questo caso, del Ros dei carabinieri". A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone. "Pelle - ha aggiunto - è un boss storico. Con lui risaliamo alle vicende più antiche, alla guerra di mafia e prima ancora alle riunioni presso il santuario della madonna di Polsi che rappresentavano, 30 anni fa, il momento cruciale ogni anno delle intese tra le varie cosche. Le nostre indagini - ha concluso Pignatone - dicono che aveva ancora adesso un ruolo estremamente preciso e attivo in Calabria e anche fuori".

Chi è 'Ntoni Gambazza È il boss più potente di San Luca, uno dei capi storici dell’organizzazione e nella struttura gerarchica della cosca ricopre il grado di vangelo, il più alto. ’Ntoni Gambazza, all’anagrafe Antonio Pelle, è nato il primo marzo 1932 nel paese noto per una faida che ha fatto decine di morti. Dopo l’arresto del figlio, Salvatore Pelle, per Gambazza termina oggi una latitanza cominciata nel 2000, quando venne condannato a 26 anni di carcere per associazione mafiosa, traffico internazionale di armi, droga e altro. Prima di allora il boss era stato assolto nove volte. Il 18 settembre 2007 sono state diramate anche ricerche in campo internazionale, finalizzate ad una eventuale estradizione dopo l’arresto. In tutti questi anni si dice che Pelle sia sempre rimasto nascosto nei boschi dell’Aspromonte. Niente telefono, niente computer. Solo messaggeri per comunicare con i suoi. Comunicazioni divenute sempre più difficili negli ultimi anni, dopo la strage di Duisburg, del 15 agosto 2007, vista la crescente pressione dello Stato e la presenza sempre più capillare delle forze dell’ordine sul territorio. Secondo gli investigatori, Pelle sapeva della Strage di Duiburg, cioè sapeva che qualcuno avrebbe vendicato l’omicidio di Maria Strangio, 33 anni, ammazzata a Natale del 2006 per errore, al posto del marito, Giovanni Luca Nirta. Era a conoscenza della possibilità di una strage, ma non ha reagito.

Anzi, proprio per sottolineare l’estraneità alla faida delle famiglie più potenti chiese ai familiari liberi di mandare una lettera alla Gazzetta del Sud. Insomma, la faida sarebbe solo uno scontro tra famiglie minori e Gambazza stava cercando, come già aveva fatto in passato, nel 1991, di arrivare a una pace senza vincitori.

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