Neanche col santone in panca al Mantova riesce il miracolo

SOGNO Continua la corsa dei veneti, secondi a un solo punto dalla vetta

Neanche col santone in panca al Mantova riesce il miracolo

Chiamatelo motivatore, santone o semplicemente «un intellettuale appassionato di calcio, di antropologia e del comportamento umano», come lui stesso si è definito in un’intervista alla Gazzetta di Mantova di ieri. Fatto sta che nemmeno la presenza dell’uruguaiano residente a Roma Julio Otuday, voluto al capezzale di una squadra in piena zona retrocessione dal presidente Lori, ha risollevato i virgiliani.
Anzi, a Padova è arrivata la sconfitta più pesante di questo inizio di stagione travagliato: Mantova ko per 3-0 e penultima posizione in classifica confermata al pari del Crotone penalizzato di due punti. Non è arrivata nessuna scossa, dunque, con la presenza del 59enne sudamericano che dice di aver lavorato tre anni con il Boca Juniors in Argentina e di essere amico di Messi, l’asso del Barcellona. «Posso dare una mano dal punto di vista spirituale, emozionale, ognuno di noi ha dentro di sé grandi risorse, che possono andare oltre i limiti apparenti», così Otuday alla vigilia del match dell’«Euganeo».
E in terra veneta c’è una partenza sprint dei biancorossi, con Cavalli che impegna due volte nel giro di tre minuti il portiere di casa Agliardi. Ma è un fuoco di paglia, il Padova va in gol già all’8’ quando l'arbitro Guida annulla un gol di Di Nardo, per un precedente tocco con la mano dell’attaccante. La svolta del match la dà l’intramontabile playmaker patavino Vincenzo Italiano, già a Verona con Hellas e Chievo: gol capolavoro da fuori area quello del centrocampista nato in Germania durante un viaggio dei suoi genitori, ma di origini siciliane, precisamente di Ribera. Rabito pochi minuti più tardi, sempre con una conclusione da lontano che si infila sotto l’incrocio dei pali, sigla il 2-0.
Mantova già in ginocchio dopo appena 35 minuti. Il cannoniere Nassi, autore di 5 delle otto reti finora realizzate in campionato dai lombardi, non si vede. Il solo Cavalli, il più pericoloso dei virgiliani, prova a creare qualche nuova occasione da gol, mentre il tecnico Michele Serena cerca di cambiare qualcosa inserendo l’esperto Locatelli al posto di Caridi. La matricola terribile di Sabadini (ora seconda in classifica insieme al Cesena in attesa dei recuperi) centra però il tris a metà ripresa con un’azione perfetta di contropiede finalizzata dal giovane attaccante albanese Cani su assist di Cesar. Un successo netto, che cancella l’inattesa sconfitta di Crotone e lancia sempre più in vetta i patavini.
Al Mantova non resta che incassare il quinto stop stagionale (il quarto lontano dal «Martelli», solo a Sassuolo i virgiliani sono usciti dal campo senza perdere) e Handanovic è ormai a quota 13 reti al passivo. Il male del gruppo è ancora indecifrabile, la situazione di classifica comincia a farsi preoccupante e Serena dovrà rimboccarsi le maniche, visto che non sembra ancora a rischio esonero. E chissà se il presidente Lori, che aveva già portato un prete in panchina, si affiderà ancora al «medico» e motivatore Julio.

D’altronde Trapattoni si affida ancora all’acqua santa (come rivelato impietosamente dalle immagini tv durante la partita di Dublino contro gli azzurri), perchè Lori non dovrebbe ritentare un aiuto quasi soprannaturale. «Tutti siamo aria, terra e fuoco, se manca quest’ultimo non si va lontano», il verbo dell’uruguaiano che all’apparenza è una diagnosi quasi esatta del momento no. Che abbia bisogno di più tempo per accenderlo?

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