Milano - Hanno vinto gli Speedy Gonzalez. Può capitare contro i lumaconi. L’Inter lumacona ha pagato tutte le sue povertà, che ormai sembrano congenite: difficoltà a segnare reti a San Siro con i suoi attaccanti, affanni difensivi, lentezza degli uomini della retroguardia che non sono stati salvati neppure dalle manone di Julio Cesar, portierone ancora una volta nel parare il rigore a Di Natale e nel lasciar quel pizzico di speranza all'Inter, poi annientata da Pazzini. Partita che poteva essere decisa dall'arbitro e per fortuna non lo è stata. Dopo aver visto bene sul rigore fischiato a Zanetti, con conseguente espulsione (la prima per il capitano in campionato, un solo precedente in Coppa Italia), Gervasoni ha mandato in scena la comica quando ha fischiato un altro penalty su Milito. Ferronetti era stato preciso nell'intervento. Eppoi dicono che non esiste la sudditanza. Ma a quel punto è stato più comico Pazzini nel ciccare il tiro scivolando come Terry e Rooney (buona compagnia purtroppo per lui) e consegnare l'Inter alla sconfitta: sesta del campionato, terza in casa. Zona Champions sempre più lontana e Inter sempre più desolata.
Anno no, segnato da latitudini. Sarà stata pur Inter-Udinese, ovvero partita di cartello, ma la gente interista sulle tribune deve aver già cominciato a risparmiare per la prossima stagione. Tifo minimo garantito, niente di più per una partita che prometteva di essere combattuta e divertente. E il primo tempo ha cercato di tener fede all'idea. Senza riuscirci sempre. Inter spesso confusa e con il difetto ormai doc: l'incapacità offensiva sta diventando la palla al piede. Pazzini e Milito ripescati insieme nella speranza di vederli a miccia accesa, sembravano nuotatori nella tempesta: pronti a sbracciarsi senza mai trovare un acchiappo sicuro per mandare la palla in rete.
Per provare a dare forza e sostegno al gioco, Ranieri ha provato a schierare sulla destra il ragazzino, ovvero Marco Davide Faraoni, venti anni e fino a ieri sera sette minuti passati nell'Inter dei grandi. Era stato provato un paio di volte negli allenamenti, defilato sulla destra , in un ruolo non suo, essendo di preferenza un difensore più che un centrocampista. Naturale la diffidenza dei primi venti minuti e qualche svarione, fin a prendere confidenza e a provarci con qualche buon pallone, preferibilmente in cross. In compenso Ranieri ha spento la miccia di Alvarez che, defilato sulla sinistra, ha dimostrato subito di non farcela, preferendo il ruolo del trequartista. E qui hanno sbagliato in due: Alvarez sta bene sulla destra. Non ci vuole Einstein per capirlo. Bene, in tutto questo ribollire di idee e tentativi con ben poche conclusioni a rete (la migliore di Thiago Motta), l'Udinese non è riuscita a sfruttare la sua velocità e il gioco a tutto sprint. Invadente e peperino Gabriel Torje, il Messi della Romania (ehm!ehm!), un po' più anestetizzato Di Natale.
La difesa nerazzurra ha sofferto nel primo quarto d'ora, l'Udinese ha messo sulla bancarella il meglio del repertorio, il guardalinee gli ha tirato contro nei fuorigioco e i fuochi artificio si sono spenti nel nulla. Partita godibile e tutto limitato agli episodi: un fallo di mano di Thiago Motta da mettere un dubbio. E il rush alla mezz’ora dell'Udinese. Prima un campanello d'allarne suonato da Di Natale che si è mangiato un gol, salvo poi essere retrocesso a fuorigioco.
E poco dopo il bim-bum-bam fra Di Natale, Floro Flores e Isla finito con la conclusione in rete dopo giocate in velocità che hanno steso le note lumacone interiste. E i due rigori finali hanno reso più pesante i ricordi per gli interisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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