Cronaca locale

Nebbie, fiori e paesaggi innevati Il «bianco» interpretato da 5 artisti

Luciana Baldrighi

«C’è il bianco. Il bianco su bianco: inizio, termine, frontiera, la grande pagina bianca dove è custodito anche ciò che non è stato scritto, non è stato vissuto, non è stato amato», parole di Stefano Crespi che sul catalogo che accompagna la mostra collettiva alla Galleria Ponte Rosso di via Brera 2 «Colore, luce e il bianco» mette in luce lo spirito che raccoglie cinque grandi artisti (De Amicis, Del Bon, De Rocchi, Lilloni e Spilimbergo) che hanno in comune in questa esposizione il tema del «bianco», la neve, i paesaggi, le nebbie, nudi, fiori, ritratti e nature morte impreziositi dal tempo.Testimonianze e una ricca biografia fanno della pittura dei chiaristi un movimento che mette in luce caratteristiche espressive, unite all’emotività degli artisti e alla poetica di scrittori e critici. Il catalogo che accompagna la mostra è dedicato al padre di Alessandro Consonni, fondatore della più nota Galleria di Brera, oggi gestita dalla dottoressa Nanda: «A mio padre Orlando, appassionato estimatore, che ha contribuito alla conoscenza e alla valorizzazione di questi artisti». Una prova ne è un bel quadro innevato di Umberto Lilloni «Cervino» del 1961, un olio rappresentante «gladioli e ortensie» del 1944 dove la pacatezza e il candore si accomuna a «una apertura tra filosofia, poesia, musica, colore e malinconia».Da questa mostra che contiene artisti tanto amati da Raffaele De Grada possiamo comprendere quanto le opere riproposte sono state per i chiaristi esempi del «fluire» di tinte»: il nome chiarismo fu usato per la prima volta da Leonardo Borghese e ripreso da Guido Piovene. Riferimenti storici che riportano all’apertura a Brera di Pier Maria Bardi con l’appoggio sensibile nel 1929 di Edoardo Persico e Raffaello Giolli. Anche la Galleria Annunciata nella persona di Bruno Grossetti contribuì a ritrovare la memoria storica della cerchia dei pittori chiaristi che si trovavano al Caffè Mokador in Piazza Beccaria dove si parlava di letteratura e pittura con un occhio ai temi d’Oltralpe.
In questa visione interiore di sogno, in questa sorta di espressionismo dell’anima la luce e il colore impressi sulla tela crea un intima passione.

In questa bella mostra che termina l’8 gennaio c’è il bianco, il bianco su bianco, la neve, la luce, i fiori e l’inverno gelido che ha investito dalla pianura Padana all’Engadina, ma anche Londra e Parigi.

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